Sonia Montaldo, segretaria organizzativa Slc Cgil Genova, quando si è aperta la vertenza tra i lavoratori del Teatro Nazionale di Genova e la direzione? Quali sono le ragioni?

Si tratta di una vertenza annosa, che dura ormai da qualche anno, e coincide con l’arrivo di Davide Livermore alla direzione del Teatro Nazionale, nel 2022. Prima il cartellone prevedeva una programmazione con spettacoli che coprivano l’intera settimana, con montaggio il sabato e smontaggio la domenica successiva. Adesso, invece, la permanenza è più breve, quindi ci si trova a montare e smontare anche nell’arco di pochi giorni. Questo avrebbe reso necessario un incremento del personale tecnico, che invece non c'è stato, a parte un’unica nuova assunzione, che però riteniamo insufficiente a coprire tutte le esigenze del teatro. Al momento i tecnici dipendenti del teatro sono diciassette. Abbiamo provato più volte a far presente questa situazione, poiché i lavoratori lamentano cambi repentini dei turni, per far fronte alle emergenze, oppure per colmare l'assenza del collega che si è ammalato all'improvviso. abbiamo provato a portare diverse proposte per una turnazione più equa, ma non siamo stati ascoltati. Proprio per questo motivo, a luglio del 2023 abbiamo proclamato uno sciopero molto partecipato. A dicembre c’è stata una riapertura del tavolo ed è stato dichiarato nuovamente lo stato di agitazione del personale. Il 15 febbraio avremo un nuovo incontro e speriamo porti a una proposta concreta.

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Dunque è mancato il dialogo con il direttore Davide Livermore?

No, non possiamo dire che non ci sia stato dialogo. Lui stesso si è presentato diverse volte ai tavoli di confronto sindacale, però non si riusciva a trovare una soluzione. Come organizzazione sindacale abbiamo portato più di una proposta studiata ed elaborata direttamente con i tecnici, ma ci è stato detto che questa proposta non era applicabile, rispetto alle esigenze del teatro.

Un teatro, il Nazionale (prima Stabile) di Genova, di grande prestigio e grandi spazi, quindi di non facile allestimento. Questo significa tempi di montaggio relativamente lunghi, a seconda degli allestimenti.

Assolutamente sì, anche perché ci sono diverse sale, la Ivo chiesa, la San Pier D'Arena, che si trovano tra l’altro in quartieri diversi, per cui vanno considerati anche i tempi di spostamento. I tecnici si sentono pressati, da turni e cambi di turni improvvisi, che gli impediscono una serena conciliazione con la vita privata.

L’altra questione è quella della reperibilità che, se fosse retribuito, permetterebbe di supplire all’aumento dei carichi di lavoro con un corrispettivo economico, in termini di reddito.

Sarebbe quanto meno un buon contraltare: il lavoratore si rende reperibile, ma viene retribuito per questa sua disponibilità alla chiamata. Vedremo come andrà l’incontro della prossima settimana.