L'archivio fotografico
La storia di Uliano Lucas è quella di un fotografo sempre in prima fila per raccontare il mondo del lavoro. Il suo prolifico patrimonio di scatti costituisce un archivio fotografico sconfinato, con oltre 100 mila negativi in bianco e nero e 5 mila fotocolor. A queste immagini, che raccontano la storia sociale dell’Italia dagli anni Sessanta ai giorni nostri, si aggiungono i 100 mila negativi e le 10 mila diapositive di fotografie scattate in Europa, Africa, Medio ed Estremo Oriente, a partire dagli anni Settanta. L’archivio, suddiviso nelle due sezioni Italia ed Estero, è in corso di digitalizzazione, cosa che lo renderà disponibile a tutti. Per richiederne le immagini o compiere una ricerca iconografica è possibile scrivere all’indirizzo: archivio@ulianolucas.it.

Il libro: l'inno al lavoro
Tra i molti volumi di Uliano Lucas il più recente si chiama Inno al lavoro. Reportage di Uliano Lucas (edizioni Iseo serrature, Pisogne 2019). Con un testo di Tatiana Agliani, come suggerito dal titolo, il libro si presenta come un vero e proprio "inno" ai lavoratori: scorrono le fotografie di uomini e donne alle prese con il lavoro operaio, immortalato nei volti e gesti di coloro che lo portano avanti. Il volume si può scaricare in pdf dal sito ufficiale.

Uliano Lucas in mostra
Nel corso degli anni molte esibizioni sono state dedicate al grande fotografo, in varie città della penisola. Purtroppo, a causa del Covid, non è possibile visionarne una adesso, l'ultima risale all'autunno del 2019. In attesa dell'essenziale riapertura dei musei, però, si può avere una visione completa di tutte le sale che lo hanno celebrato ospitando le sue opere. L'elenco completo delle mostre dedicate a Lucas si trova qui

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Culture

Uliano Lucas, la fotografia è memoria

Ha ritratto il mondo del lavoro dagli anni Settanta a oggi, entrando in almeno un centinaio di aziende. “È stata una grande avventura. Le fabbriche erano inaccessibili, un mondo sconosciuto, faticoso, ingrato, duro. Chi ci lavorava dentro aveva poca voglia di parlare. Ma gli operai mi abbracciavano. Ero lì con loro, ero uno di loro”
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