Circa l'83 per cento delle persone in Nord America risiede in città, in Europa la quota scende al 78 per cento, in Asia centrale quasi il 50. Le previsioni dicono che entro il 2050 il 68 per cento della popolazione mondiale vivrà in aree urbane. Per questo è diventato indispensabile e urgente rendere sostenibili le nostre città. Ne sono convinti gli architetti Stefano Boeri e Norman Foster, primi firmatari della “Dichiarazione di San Marino”, una serie di principi per la progettazione urbana e l'architettura, presentata alla Cop27, la Conferenza delle parti delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici in corso fino al 18 novembre a Sharm El-Sheik.

Si tratta di un appello sottoscritto all’83a sessione del Comitato Unece, United Nations Economic Commission for Europe, con cui gli Stati e gli aderenti si sono impegnati a rafforzare il ruolo di architetti, ingegneri, geometri, urbanisti e progettisti nel garantire abitazioni, infrastrutture e città sostenibili, sicure, sane, socialmente inclusive, climaticamente neutre e circolari.

“Architetti e urbanisti in questo momento della storia della specie umana sul Pianeta – dichiara Stefano Boeri - hanno una responsabilità fondamentale: quella di ridurre al minimo le emissioni di anidride carbonica e i consumi energetici, massimizzare i dispositivi captanti energie rinnovabili, integrare nelle costruzioni quote sempre maggiori di superfici biologiche e vegetali e adattarsi a un modello di mobilità sostenibile, elettrificata, basato sul sistema dei trasporti pubblici. Il nostro intento alla Cop27 è di raccogliere il maggior numero possibile di adesioni”.

Alla Cop27 lo studio Stefano Boeri Architetti ha presentato anche il bosco verticale progettato per Dubai: due torri, alte 190 e 150 metri, che ospitano sulle facciate 2.640 alberi e 27.600 arbusti, insieme a un sistema di serre e orti idroponici: edifici verdi, autosufficienti, che usano pochissima acqua, sfruttano l'energia del sole e del vento, in una città che è avvolta dal deserto, quindi che si trova in condizioni climatiche molto difficili.

"L'edilizia produce circa il 45 per cento dei gas serra prodotti dall'uomo, le città sono responsabili del 75 per cento dell'anidride carbonica già presente nell'atmosfera – conclude Boeri -: sono due dati che dovrebbero far riflettere sul fatto che o si cambia il modo di pensare gli edifici, si reintroduce la natura e un'idea di autosufficienza energetica oppure non c'è futuro. È fondamentale che noi architetti capiamo che questo è il nostro ruolo nei prossimi anni".