Su il sipario. Su uno dei fronti più drammatici e complessi della faglia aperta dal covid, quello degli spettacoli dal vivo e della crisi del lavoro generata dalla chiusura di tanti luoghi della cultura e dell’arte, Antonio Rossa, della Slc Cgil dell’Emilia-Romagna, ha dichiarato di aver registrato “importanti sintonie, nella necessità di proseguire e rafforzare il sistema di ristori sino alla fine della pandemia, nell’obiettivo di riaprire in sicurezza i luoghi della cultura il prima possibile, e nella comune esigenza di sollecitare una riforma nazionale del settore spettacolo, con particolare attenzione alla riforma del Welfare e al riconoscimento dei periodi di discontinuità lavorativa”.

È questo il bilancio del primo incontro fra le organizzazioni sindacali della categoria dello spettacolo dal vivo – Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil - e l’Assessorato Regionale alla Cultura.

“Il nostro obiettivo – ha scritto in un comunicato il sindacalista – è quello di arrivare a definire con la Regione un protocollo in cui si individuino delle buone pratiche, a partire dall’applicazione dei contratti nazionali e dei contratti territoriali di settore sottoscritti dai sindacati maggiormente rappresentativi, per contrastare il lavoro irregolare e per aiutare l’emersione del lavoro sommerso. A tale fine riteniamo che il rafforzamento dell’Osservatorio Regionale dello spettacolo, permetterebbe di raccogliere dei dati utili per agevolare il successivo confronto fra le Parti sociali, all’interno di specifici tavoli di settore”.