Alla fine l’accordo sul futuro di Autostrade è arrivato e ora tutti cercano di portare acqua nei propri mulini: il presidente del Consiglio Conte parla di “capolavoro”, gli investitori premiano Atlantia in Borsa, i partiti che sostengono l’esecutivo, Cinque Stelle compresi, parlano di vittoria. La famiglia Benetton – che pure non esce di scena completamente come ha cercato di far capire Toninelli con il suo video virale di ieri – parla addirittura di “esproprio” rispolverando un termine assai desueto. Vediamo quindi i titoli di apertura dei quotidiani e i principali commenti. “Autostrade, la svolta e i dubbi” è il titolo di apertura del Corriere della Sera che affida il suo editoriale a Massimo Franco: “Il rischio statalismo”, un ragionamento che si concentra principalmente sui risultati ottenuti dal governo che ha chiuso così uno dei tanti dossier ancora aperti e sull’analisi dello scontro tra due culture presenti nella maggioranza di governo, una liberal liberista, l’altra statalista. Il titolo di apertura de La Stampa sembra rispondere direttamente alla famiglia che non avrà più l’esclusiva del controllo di Autostrade come è successo per anni: “Nessun esproprio ai Benetton”. Parla la ministra De Micheli che è stata protagonista della maratona che ha portato all’accordo: “Hanno scelto loro di uscire da Autostrade. Abbiamo salvato 10 mila posti di lavoro, ringrazio M5S”. L’intervista a cura di Paolo Griseri è a pagina 3. L’altra faccia della medaglia su Repubblica che offre spazio soprattutto all’arrabbiatura della famiglia di imprenditori veneti: “Autostrade, controllo a Cdp. I Benetton: un esproprio”. Nel sommario si spiega l’operazione da 4 miliardi, con i privati che avranno la minoranza. La famiglia: trattati peggio di una cameriera. Per il ministro Bonafede sono i cittadini a festeggiare: lo Stato torna a dettare le condizioni. Anche su Repubblica, come è ovvio, l’opinione della ministra De Micheli: con questa operazione il governo si è rafforzato. Il Messaggero insiste sul passo indietro cui sono stati costretti i grillini più radicali: “Autostrade, Conte piega M5S”. Il Fatto Quotidiano, che in questi ultimi giorni ha condotto una vera e propria campagna a favore della revoca, festeggia: “Autostrade libere, i Benetton in fuga”. Interessante la lettura della classifica dei vincitori e vinti del giornale diretto da Travaglio: “Conte, 5Stelle e Gualtieri vincono battendo Renzi, De Micheli, Salvini e grande stampa”. Esulta anche il manifesto con il titolo “Strada statale”. Lo scontro su Autostrade ha finalmente una soluzione. L’accordo notturno nella maggioranza prevede l’uscita di scena dei Benetton e la creazione di una public company. Lo Stato torna a gestire la rete. Esultano i 5Stelle, soddisfatti Pd e Leu, la vittoria di Conte. Il direttore Norma Rangeri legge la notizia in chiave politica: “Un ponte inatteso tra Pd e Cinque Stelle”. Sul sito di Collettiva.it, la piattaforma di informazione della Cgil, il commento del sindacato dei trasporti, la Filt. . "Abbiamo da sempre auspicato un accordo tra le parti ”, spiega il segretario generale della Filt Cgil, Stefano Malorgio, dopo l’intesa raggiunta nella notte, sul futuro di Aspi, durante il Consiglio dei ministri. "La nostra non è mai stata una posizione preconcetta di salvaguardia di un'impresa – ha aggiunto Malorgio – ma abbiamo sempre guardato alla complessità della situazione occupazionale e aziendale ed all’interesse del Paese e dei cittadini”. “Autostrade per l'Italia – spiega il dirigente nazionale della Filt – non è composta infatti solo dai dipendenti diretti, ma ci sono anche gli addetti delle società controllate che si occupano di manutenzione, progettazione, servizi amministrativi, informatici fino alle pulizie delle aree di servizio, senza contare i numerosi stagionali. Dal Governo ci aspettiamo di essere informati direttamente sulle decisioni prese e, in ogni caso, nella fase di transizione, manterremo la massima attenzione affinché siano garantite tutele ed occupazione di tutte le lavoratrici e i lavoratori diretti e indiretti”.

Recovery Fund, domani a Bruxelles per decidere
Dall’articolo di Romano Breda sul Sole 24 ore (p. 7). "In una Bruxelles tristemente autunnale, i capi di Stato e di governo dell'Unione si riuniranno tra domani e dopodomani per discutere e possibilmente approvare il nuovo bilancio comunitario 20212027. Restano alcuni nodi negoziali, ma il clima tra le diplomazie nazionali è cautamente ottimistico. C'è il desiderio di voltare pagina, e dotare i Ventisette di denaro fresco con il affrontare la crisi economica provocata dall'epidemia di questi mesi. Sul tavolo dei leader vi sarà quanto presentato venerdì scorso dal presidente del Consiglio europeo Charles Michel. Questi ha proposto di ridurre da 1100 a 1.074 miliardi di euro il bilancio in sé, mantenendo inalterato il Fondo per la Ripresa che gli è associato (750 miliardi). Nei fatti, spiega un negoziatore, il pacchetto dovrebbe soddisfare tutti: «I soldi della coesione per l'Est, i soldi del Fondo per il Sud, e un bilancio più piccolo per accontentare il Nord». Secondo le informazioni raccolte qui a Bruxelles, sono quattro i nodi che i leader saranno chiamati a sciogliere durante il vertice: l'iter di approvazione del piani nazionali e il conseguente esborso del denaro contenuto nel Fondo perla Ripresa; il volume del bilancio in sé oltre che gli sconti di cui godono cinque paesi (Germania, Austria, Svezia, Danimarca e Olanda); la chiave di allocazione del denaro del Fondo; e infine il legame tra fondi europei e il rispetto dello stato di diritto. Il primo nodo è quello più controverso. L'opzione Michel prevede che i piani vengano approvati dai Ventisette alla maggioranza qualificata e l'esborso venga deciso da Bruxelles sentiti i governi. Ufficialmente l'Olanda chiede il voto all'unanimità. Non è ancora chiaro quanto spazio di manovra abbia il premier Mark Rutte.(..)

Chiudere l’area a caldo dell’ex Ilva. L’ipotesi del governo
Dal Sole 24 ore (Domenico Palmiotti a pagina13): Dare corso all'opzione di chiudere l'area a caldo per puntare sull'idrogeno. “Credo che sia il momento in cui certe cose si possono fare e si devono fare». Il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, apre alla svolta green del siderurgico di Taranto (ora nelle mani di ArcelorMittal) e sostiene, sia pure in un percorso di gradualità sostenuto dall' Unione Europea, la possibilità che dopo Genova e Trieste, anche l'ex Ilva chiuda l'area a caldo per riconvertirsi all'idrogeno. Subito a favore il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci: “Parole coraggiose e nette sul futuro e di una filiera siderurgica completamente verde”. Mai sindacati frenano il ministro. Fim Cisl e Fiom Cgil invitano Patuanelli a riconvocare subito il tavolo al Mise sulla crisi ArcelorMittal, visto che l'ultimo confronto è avvenuto il 19 giugno e nel frattempo sta andando avanti la trattativa Governo-azienda sull'ingresso dello Stato attraverso il coinvestimento affidato ad Invitalia, società Mef.

Un altro morto sul lavoro. Per la Flai cgil è ora di dire basta.
Nei luoghi di lavoro, lo dobbiamo dire chiaramente, non si muore per caso o per una tragica fatalità. “A a San Daniele (Udine) si è verificato un infortunio mortale presso il prosciuttificio Principe. È morto un giovanissimo lavoratore di soli 24 anni. Si tratta dell’ennesima morte sul lavoro, che si aggiunge alla strage quotidiana e silenziosa. In attesa di conoscere la dinamica dell’incidente, siamo vicini ai familiari e ai compagni di lavoro di Alessandro. In queste ore vogliamo, però, denunciare con forza che la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro seguita a essere un elemento tanto cruciale quanto trascurato, mentre un lavoro sicuro deve essere una priorità: non si può morire di lavoro nel 2020. Nei luoghi di lavoro, lo dobbiamo dire chiaramente, non si muore per caso o per una tragica fatalità; si muore perché non ci sono corretti controlli, adeguata formazione e prevenzione, e perché manca una reale ed efficace valutazione dei rischi, che ogni azienda e datore di lavoro devono fare e assicurare, così come previsto dalla legge (TU 81/2008)”. Lo dichiara Ivano Gualerzi, egretario nazionale Flai Cgil.

Eni, per la Filctem Cgil si deve assicurare la giusta transizione
“Ci stiamo confrontando con Eni rispetto al Piano Industriale che la società intende attuare traguardando il 2050. Eni si caratterizzerà sempre meno come una azienda focalizzata sull’Oil & Gas e sui prodotti di derivazione fossile e sempre di più come una azienda integrata dell’energia in relazione agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile che l’Organizzazione delle Nazioni Unite ha fissato”. Lo ha dichiarato ieri Marco Falcinelli, segretario generale della Filctem Cgil, commentando le parole dell’ a.d. di Eni, Claudio Descalzi, pubblicate questa mattina da Staffetta Quotidiana. “Abbiamo condiviso tale strategia – prosegue il segretario generale della Filctem Cgil -, che risponde anche alle nostre idee sul tema di uno sviluppo industriale sostenibile e che evita la contrapposizione drammatica, e perdente per tutti, tra diritto al lavoro e rispetto della salute e dell’ambiente”.  “Nella condivisione dell’obiettivo – insiste - vorremmo altresì avere garanzia che tale processo di trasformazione, epocale per molti aspetti, possa avvenire ‘con tempi e modi’ che tengano conto della ‘prontezza tecnologica’ per effettuare tali scelte, per cui servono ingenti investimenti, degli assetti industriali nel nostro Paese e dell’impatto che si genererà sul versante occupazionale”.

Whirpool, la lotta continua. Oggi il presidio a Napoli
Ne parla su Conquiste del lavoro (giornale Cisl) Raffaella Cetta a pagina 5Un presidio sotto la Prefettura di Napoli per manifestare la rabbia nei confronti delle istituzioni e rifiutare ancora una volta, dopo un anno di proteste e mobilitazioni, la chiusura dello stabilimento Whirlpool e qualsiasi ipotesi di reindustrializzazione. "Basta tavoli fumosi e privi di soluzioni- afferma Biagio Trapani, segretario generale della Fim Cisl Napoli - chiediamo il rispetto degli accordi, niente di più niente di meno. Nessuno ad oggi, né azienda né Governo, hanno saputo dare una risposta concreta sul perché gli accordi presi non siano stati rispettati. Bisogna aver ben chiaro che non saremo mai disponibili a soluzioni che lascino nell'incertezza i lavoratori del sito partenopeo e che il tempo non è una variabile indefinita, bisogna accelerare. Non vincerà la rassegnazione in una zona di Napoli ormai depauperata dal suo strato industriale. Quello di via Argine è un presidio di legalità da salvaguardare". Ed è quello che grideranno domani (oggi, ndr) nel corso del presidio unitario sotto la Prefettura in occasione delle otto ore di sciopero indetto dal coordinamento nazionale Whirlpool di Fim, Fiom, Uilm che ha nuovamente espresso la propria opposizione alle decisioni della multinazionale, ma anche dello stesso Mise finalizzate ancora una volta, dicono i sindacati di categoria, "a propinare una generica reindustrializzazione per assecondare la chiusura dello stabilimento di Napoli e il disimpegno dall'Italia

Fiac di Pontecchio Marconi, oggi si sciopera
Se ne parla sul Corriere di Bologna (a pagina 7).  Nuova giornata di lotta \alla Fiac Compressori di Pontecchio Marconi sui cui operai aleggia la scure dei trasferimenti a Robassomero (Torino). Oggi manifesteranno sotto le finestre della Regione, dove si terrà un tavolo con la proprietà, la svedese Atlas Copco. Nel frattempo, dopo la solidarietà raccolta dai colleghi, i delegati Flom e Fim di Automobili Lamborghini hanno formalizzato alla direzione aziendale di rivedere i contratti di fornitura con Atlas Copco, qualora chiudesse il sito e non trovasse un accordo rispettoso dei suoi ex dipendenti. Una richiesta che pare sarà avanzata alle rispettive aziende anche dai rappresentanti sindacali di altre imprese. Dopo i tavoli, la Fiom non fa sconti: «Atlas Copco dovrà riflettere su quello che sta provocando con la decisione di chiudere Pontecchio». La società, pur avendo «valutato tutte le proposte», conferma che esse «non permetterebbero di mantenere un posizionamento competitivo nel mediolungo periodo e di salvaguardare il valore del Made in Italy".

Su Collettiva Giorgio Sbordoni parla della lettera di solidarietà degli operai Lamborghini con i loro colleghi della Fiac in lotta contro il trasferimento a Torino:  La Rsu della casa automobilistica chiede l'eventuale esclusione di Atlas Copco da future gare di fornitura se non troverà un accordo soddisfacente per le tute blu dello stabilimento di Pontecchio Marconi

Gli esclusi. Parla il Nidil Cgil
Servizio sul sito di Collettiva.it: Decine di migliaia di lavoratori a rischio reddito. Somministrati, atipici, precari potrebbero essere lasciati senza coperture, nonostante le promesse del governo, le pressioni dei sindacati, le evidenti condizioni di fragilità in cui si trovano. A lanciare l’allarme unitariamente Nidil Cgil, Felsa Cisl, Uiltemp: anche in fase di conversione in legge, il decreto Rilancio non pone rimedio all’esclusione di diverse figure. I collaboratori autonomi occasionali, per esempio, che non sono iscritti alla gestione separata dell’Inps perché hanno redditi inferiori ai 5mila, impiegati nel turismo, nello spettacolo, nel food delivery, considerato essenziale nei giorni più duri della quarantena. Tutti questi lavoratori sono stati esclusi dalle indennità Covid-19 e si trovano senza reddito e senza lavoro dall’inizio dell’emergenza. Nella stessa situazione si trovano i collaboratori coordinati e continuativi con contratti di lavoro “sospesi”, senza reddito ma non disoccupati, che per maggio non rientrano tra i beneficiari delle indennità e neppure della disoccupazione (Dis-coll). E i somministrati con contratto stagionale nei settori diversi dal turismo e dagli stabilimenti termali: la loro esclusione non riesce a essere recuperata neppure durante l’iter parlamentare di conversione.

Sanità: Fp Cgil, oggi la presentazione della ricerca su Case della Salute e Presidi territoriali di assistenza
“Case territoriali della Salute e Presidi territoriali di assistenza: lo stato dell’arte”. Questo il tema della ricerca condotta da Crea Sanità, Il Centro per la ricerca economica applicata in sanità, per la Funzione Pubblica Cgil, che verrà presentata questa mattina dalle ore 10 alle ore 12 in diretta Facebook su fb.me/fpcgil. A coordinare i lavori il segretario nazionale della Fp Cgil, Michele Vannini, mentre la ricerca verrà presentata da Federico Spandonaro dell’Università di Tor Vergata e presidente di Crea Sanità. A seguire la discussione, con gli interventi di: Carla Collicelli, ricercatrice senior associata Cnr Itb; Alessio D’Amato, assessore Sanità e integrazione Socio-Sanitaria della Regione Lazio; Roberta Toschi, responsabile Uo Dater Dialisi e Servizi Ausl Bologna; Stefano Cecconi, responsabile Salute e Area Welfare Cgil nazionale; Serena Sorrentino, segretaria generale Fp Cgil. Appuntamento oggi dalle ore 10 in diretta Facebook sulla pagina nazionale della Fp Cgil @fpcgil.

Aiuta chi ci aiuta”. Prosegue la campagna di Cgil, Cisl, Uil.
La sottoscrizione lanciata da Cgil, Cisl, Uil, per fronteggiare l’emergenza Coronavirus e sostenere i reparti di terapia intensiva ha raggiunto oggi la somma complessiva di 1 milione e 900 mila euro che sono già stati devoluti alla protezione civile. È quanto sottolineano in una nota i Segretari organizzativi di Cgil, Cisl, Uil, Nino Baseotto, Giorgio Graziani, Pierpaolo Bombardieri. “Siamo molto soddisfatti. È un risultato molto importante che testimonia la solidarietà concreta da parte di tanti lavoratori e pensionati italiani. Abbiamo raccolto in queste ultime settimane  900 mila euro che si aggiungono al milione di euro già versato alla Protezione Civile. Ma la nostra sottoscrizione proseguirà ancora per sostenere il lavoro di tanti medici ed operatori sanitari impegnati  nella lotta contro il Coronavirus“.I versamenti vanno fatti sul conto corrente bancario – Monte dei Paschi di Siena IBAN IT 50 I 01030 03201 000006666670 con causale: Aiuta chi ci aiuta.

Agenda degli appuntamenti
Per un quadro completo degli appuntamenti della Cgil nazionale e della Cgil nei vari territori vedi l’agenda sempre aggiornata di Collettiva.it: