Dalla proclamazione dello stato d’agitazione del personale museale di Zètema del 4 ottobre alla successiva convocazione in Prefettura del 26 ottobre, dall'azienda non è arrivato nessun significativo segnale d’apertura. La denuncia arriva dalla Fp Cgil di Roma e Lazio. Che attacca: “La mobilitazione aperta un anno fa per il superamento della delibera che blocca le assunzioni e il dilagante uso di lavoratori esternalizzati privi delle giuste tutele hanno provocato un inevitabile peggioramento dei servizi al pubblico e una evidente riduzione dell’offerta culturale della città”.

La mobilitazione dei lavoratori, preoccupati per un’azienda che non ha saputo riorganizzarsi dopo i cambiamenti che l’hanno interessata, è partita dai musei e ora sta coinvolgendo tutti i settori. “Si stanno riducendo i punti Informativi Turistici, divenuti un riferimento nel centro storico di cittadini e stranieri. Il servizio Informagiovani, dedicato a fornire supporto e orientamento ai giovani su percorsi di studio e lavoro, continua a offrire un servizio d'eccellenza a migliaia di ragazzi nonostante la riduzione di organico. E poi le biblioteche della città, i cui operatori, sottoinquadrati da anni, aspettano finalmente il riconoscimento della propria professionalità”, continua la nota.

Insomma, per il sindacato “nonostante le dichiarazioni di intenti da parte di Zètema, i risultati non sono arrivati. L’azienda è ferma e il rilancio annunciato da Roma Capitale con il cambio dei vertici gestionali non ha prodotto alcun miglioramento, tutt’altro. Ci aspettiamo che dall'incontro previsto nei prossimi giorni con il vicesindaco Luca Bergamo emergano risposte concrete per il rilancio dell'azienda, la tutela del lavoro e i servizi alla cultura della capitale, altrimenti alzeremo il livello della protesta, fino alla proclamazione dello sciopero”.