"La ripresa è ancora da consolidare. Le previsioni di consenso indicano per il nostro paese il ritorno ai livelli di reddito precedenti la crisi in un tempo non breve. Sono deludenti le valutazioni sul potenziale di crescita della nostra economia. Si deve, e si può, fare di più”. Lo afferma il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco nelle Considerazioni finali, ricordando che “usciamo lentamente, con esitazione, da un lungo periodo di crisi, non solo finanziaria ed economica”.

La domanda di lavoro è tornata a crescere a un ritmo superiore alle attese di un anno fa, e il tasso di disoccupazione dei giovani è sceso per la prima volta dal 2007 di oltre due punti percentuali, “la disoccupazione resta però troppo alta. Il suo progressivo riassorbimento, essenziale per offrire adeguate condizioni di vita ai cittadini, è necessario anche per riportare l'inflazione su valori in linea con la stabilità dei prezzi”.

“Per una ripresa più rapida e duratura – ha aggiunto – è necessario il rilancio degli investimenti pubblici mirati, anche in infrastrutture immateriali, a lungo differiti”, ed è importante anche “un'ulteriore riduzione del cuneo fiscale gravante sul lavoro”. Visco chiede poi di rafforzare gli incentivi all'innovazione e sostenere i redditi dei più poveri. Se i margini di bilancio sono oggi limitati, è però “possibile programmare l'attuazione di questi interventi su un orizzonte temporale più ampio”.

Un commento alle parole di Visco è arrivata dal segretario generale della Fisac Cgil, Agostino Megale. “Non servono altri strumenti per affrontare gli eventuali problemi occupazionali, anche per quelle banche in difficoltà, perché la difesa dell'occupazione del settore, non ricorrendo mai ai licenziamenti e prevedendo un parziale ingresso dei giovani, è stata e continuerà ad essere la nostra priorità”, ha detto leader della Fisac. Che poi ha ricordato: “Va riconfermata la stessa linea e modalità, nel governo dei problemi occupa zionali dei prossimi anni, che ci ha permesso di gestire in modo unitario e condiviso tra le parti circa 50 mila esuberi dall'inizio della crisi”. Su questa linea, prosegue Megale, “mi sarei atteso dal governatore sia un apprezzamento su come le parti sociali hanno gestito questa fase e sia il rilancio di un'azione di responsabilità verso gli ex manager che hanno portato al fallimento prima le quattro banche e poi determinato  le difficoltà delle due banche venete”.

Inoltre, aggiunge il numero uno della Fisac Cgil, “ricordo al governatore che, su di un eventuale intervento pubblico come strumento di salvataggio, è bene affermarlo ma certo sarebbe stato più utile prevederlo sin dal 2013, e comunque prima dell'intervento del decreto sulle quattro banche. In ogni caso meglio tardi che mai”. Infine, 
conclude Megale, “concordo pienamente col governatore Visco che il rilancio del nostro paese, per avere una maggiore crescita, richiede più investimenti. Soltanto una politica degli investimenti può portare alla creazione di nuovi posti di lavoro che diano una prospettiva alle nuove generazioni”.