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Stamani al ministero dello Sviluppo, al tavolo della trattativa per i lavoratori ex Gepin, la Slc Cgil nazionale e le strutture di Roma e Napoli non hanno firmato l'accordo sottoscritto invece da Uilcom e Fistel. Lo rende noto la Slc di Napoli, in un comunicato. L'intesa, spiega il sindacato, è stata ritenuta "inaccettabile per le condizioni salariali e di tutela dei diritti che espongono i lavoratori ad un pesante taglio del reddito e non garantiscono loro la tutela dell'articolo 18".
Troppi i sacrifici richiesti ai lavoratori in uno scenario a Napoli pieno di ombre: "Dimezzamento del 50% dell'orario di lavoro con passaggi da 8 a 4 ore per tutti, perdita dei livelli inquadramentali, azzeramento degli scatti di anzianità, assenza di una sede operativa su Napoli, nessuna garanzia di mantenimento del posto di lavoro, oltre la perdita di ogni tutela di cui l’articolo 18".
Per il segretario generale della Slc Napoli, Osvaldo Barba, “è inaccettabile che in una sede come quella del ministero, alla presenza del governo nazionale e delle istituzione regionali rappresentate dagli Assessori al lavoro dei territori coinvolti, venga stipulato un accordo che scarica pesantemente sui lavoratori e sulle loro famiglie tutte le problematiche relative ai cambi di appalto, alla mancata applicazione delle clausole sociali, alle gare al massimo ribasso”.
La Slc ha sostenuto fin dall'inizio della vertenza l'assoluta necessità che Poste Italiane, committente per il quale gli ex lavoratori Gepin hanno lavorato per circa 20 anni, dovesse assumersi la responsabilità del "disastro" creato da quest’ azienda e pertanto dimostrare con atti concreti la volontà di assumere le persone lasciate letteralmente per strada o che almeno si facesse garante di condizioni dignitose presso le nuove aziende vincitrici dell' appalto.
Barba quindi prosegue: “Riteniamo che System House, subentrata all’ultimo momento in questa vertenza debba produrre, così come richiesto da Slc, un atto formale a tutela dei lavoratori in cui si metta per iscritto il mantenimento dell’articolo 18. Inoltre - per il sindacalista - quest’ azienda che non ha sede sul territorio di Napoli, deve comunicare ai lavoratori e al sindacato dove intende svolgere le sue attività e obbligatoriamente mantenere il vincolo della territorialità della commessa che deve essere lavorata sull’area metropolitana di Napoli”. La riapertura della trattativa, così come richiesto dalla Slc al ministero, deve inoltre produrre necessariamente da parte di System House l’aumento del numero di ore da assegnare ai lavoratori per attribuirgli un salario più dignitoso.