Presidio della Cgil di Caltanissetta stamani, 27 novembre, all’aeroporto di Catania per chiedere lo sblocco della vertenza Gela. “È solo la prima iniziativa – dice il segretario della Camera del lavoro di Caltanissetta, Ignazio Giudice –. Porteremo la vertenza Gela nei luoghi nevralgici dell’economia siciliana perché il nostro diventi un caso nazionale”. Giudice ha anche lanciato una petizione “Gela chiama Stato. Gela vertenza italiana” rivolta al presidente del Consiglio Conte, al quale viene chiesto un incontro finalizzato al varo di un decreto “Sblocca Gela”.

“Per Gela serve un accordo globale – dice Giudice –, occorre sbloccare i finanziamenti e prevederne altri e rivedere l’accordo di programma. Il nostro intento è far uscire la vertenza dal localismo. L’area oggi è a forte rischio spopolamento a causa della crisi e del disinteresse della politica: 10 mila cittadini della provincia sono già andati via”. Oggi sono bloccati 34 milioni del Patto per il Sud, 800 milioni per il progetto Argo Cassiopea, 150 milioni per il porto, 5 milioni per il museo del mare, 3 milioni per il museo archeologico, 1 milione per le aree archeologiche, 48 milioni per l’autostrada Siracusa-Gela, 25 milioni per le aree industriali dismesse, 183 milioni per la rete ferroviaria Siracusa-Ragusa-Gela. Inoltre, non ci sono fondi per l’inclusione della città nei circuiti turistici, per il comparto agricolo, i servizi sanitari sono all’anno zero, le strade di collegamento interne tra i comuni sono dissestate.

”Dietro questi numeri – afferma Giudice – ci sono persone. Gela è la prima città della provincia di Caltanissetta e la sesta della Sicilia. Non possiamo permettere che questa agonia prosegua. Occorre intervenire subito”.