Gravissimo, per la Cgil veneta, l’annuncio degli esuberi alla Safilo – oltre mille sugli 8mila addetti complessivi –: un attacco pesante all’occupazione portato in un settore che ancora resiste alla crisi, un segno della volontà di scaricare sui lavoratori errori di gestione aziendale.

“Riteniamo che i numeri fatti dall’azienda circa gli esuberi vadano riconsiderati – dice Emilio Viafora, segretario generale Cgil Veneto –; e chiediamo di conoscere il progetto industriale di Safilo, senza il quale non c’è chiarezza né sulla situazione attuale né sulle prospettive”. “Ci fa piacere che il presidente della Regione, Luca Zaia, si preoccupi per quanto sta avvenendo – prosegue il dirigente sindacale –; ma le sole parole di solidarietà non ci bastano. Chiediamo quindi che, accanto al confronto con la proprietà, sia convocato da subito anche un tavolo della Regione. Non possiamo permetterci la perdita di un numero così elevato di posti di lavoro e di produzioni, tanto più in questa fase di riacutizzazione della crisi. Ciò vale soprattutto per gli stabilimenti veneti della Safilo che non hanno mai avuto problemi sul piano della produttività e dove c’è sempre stata una altissima qualità professionale”.

“Non ci basta il richiamo fatto dal presidente Zaia sugli ammortizzatori, poiché equivale a mettere già in conto il disastro occupazionale. Occorre invece lavorare per difendere il lavoro e per questo è indispensabile che la Regione svolga un ruolo attivo e contribuisca, con il suo impegno, a trovare soluzioni positive così come stanno facendo i lavoratori e i sindacati di categoria con le lotte, le iniziative di coinvolgimento della cittadinanza e il confronto industriale che devono continuare”.