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Christian Ferrari, 43 anni, padovano, è il nuovo segretario generale della Cgil Veneto. È stato eletto la scorsa settimana dall'Assemblea generale del sindacato e succede ad Elena Di Gregorio, che ora ricopre l'incarico di segretario generale dello Spi regionale. “Il Veneto si trova in questi mesi in una terra di mezzo. Nel senso che non siamo ancora del tutto al di fuori dalle difficoltà ma non siamo ancora ben dentro a una fase di crescita solida. È una situazione in chiaroscuro”. Lo ha dichiarato lo stesso Ferrari, ai microfoni di Italia Parla, su RadioArticolo1.
“C'è un trend positivo che riguarda il Pil, sopra la media nazionale, mentre nel 2016 abbiamo registrato il record storico delle esportazioni - ha continuato Ferrari -. Siamo arrivati a oltre 58 miliardi di euro di valore aggiunto, e abbiamo avuto un'eccezionale stagione turistica. D'altra parte, però, abbiamo ancora una ripresa contenuta e insufficiente rispetto ai livelli pre-crisi di 10 anni fa. E soprattutto stiamo assistendo a una progressiva polarizzazione del nostro sistema produttivo. Da una parte ci sono le aziende legate all'export, che hanno puntato sulla qualità, hanno resistito nella bufera, e ora stanno andando molto bene. Dall'altra, c'è la gran parte del nostro apparato produttivo, che invece galleggia su quello che è il vero nodo critico, per il Veneto e per l'Italia, che è la domanda interna”.
Meno capannoni e più industria 4.0, quindi, che significa ricerca, innovazione e anche formazione. “Questa è una delle grandi sfide che ha il nostro paese e che ha in particolar modo la regione Veneto - ha continuato il neosegretario Cgil -, dobbiamo riuscire, attraverso i nostri strumenti, a indirizzare la straordinaria accelerazione dei processi di trasformazione della produzione e dell'organizzazione lavoro, che sta già investendo parti significative dell'industria e dell'economia più i generale. Noi abbiamo la piena consapevolezza delle straordinarie potenzialità alle quali la rivoluzione tecnologica ci mette di fronte, ma anche dei grandi rischi che comporta. Ma pensiamo che questa possa essere un'occasione importante per far fare un salto di qualità decisivo al nostro apparato produttivo, per farlo finalmente uscire dalle secche di questi ultimi 10 anni”.
Nonostante i segnali di ripresa, infatti, il Veneto si trova ancora di fronte a uno scenario difficile: “828 mila cittadini veneti su 4 milioni e 800 mila abitanti sono a rischio povertà ed esclusione sociale, 150 bambini e minori sono in povertà assoluta, e il livello di povertà è doppio rispetto a quello di 10 anni fa. “Quindi il principale errore da evitare oggi è fingere che non sia successo nulla, e pensare che si possa ripartire in maniera tranquilla come se nulla fosse”. Per Ferrari, invece, “bisogna affrontare questa situazione contraddittoria con molta lucidità, pensando soprattutto in prospettiva. Serve un altro modello di sviluppo. Questa è la sfida da affrontare, governando la straordinaria trasformazione dei processi produttivi che è oggi in corso”