Cala l'occupazione, cresce il numero degli atipici, aumenta il part time involontario e le retribuzioni sono basse: i dati sul mercato del lavoro del “ricco” Veneto non sono per nulla confortanti. Lo spiega, nel suo intervento su RadioArticolo1, Elena Di Gregorio, segretario generale della Cgil Veneto.: “Una contraddizione enorme rispetto alle intenzioni dichiarate dal governo riguardo alla stabilizzazione del lavoro e, in particolare, all'attenzione che dovevano avere i provvedimenti per quanto riguarda i giovani. Il part time obbligatorio, poi, con la riduzione dell’orario di lavoro, riguarda soprattutto le donne: il 34% per cento delle quali lavora, appunto, a tempo parziale. Una condizione che non consente autonomia e prospettive di vita dignitosa”.

La precarietà nel Veneto è segnata anche, come in tante altre regioni del paese, dal proliferare dei voucher. “L'anno scorso – attacca la sindacalista – ne sono stati venduti 9 milioni di voucher; da quando sono partiti hanno quasi raddoppiato il proprio numero e ormai riguardano quasi tutti i settori. Non quelli tipicamente occasionali, giardinaggio e babysitting ad esempio, ma tutte le attività e anche le fabbriche. Nel turismo stanno poi generando una precarietà totale: un lavoratore stagionale poteva usufruire di strumenti di ammortizzatori nella fase di non lavoro, ma adesso questo non è più possibile. Inoltre, al contrario dei propositi, i voucher stanno diventando uno strumento che favorisce il lavoro nero”.

La Carta dei diritti universali del lavoro è stata pensata proprio per porre un freno a questa destrutturazione del lavoro. Le assemblee, in questo rush finale, si stanno moltiplicando anche in Veneto. “Abbiamo scelto – racconta Di Gregorio – di fare le assemblee non utilizzando i funzionari ma mobilitando la nostra base. E la risposta dei delegati è stata entusiasmante: finalmente c'è una prospettiva alta che ci dice che modello di società vogliamo, che modello di lavoro e qualità di diritti vogliamo”.  Inoltre, “la Carta dei diritti ci ha dato la possibilità e l'opportunità di organizzare assemblee in cui stavano insieme lavoratori diversi che sono usciti dal loro isolamento e dalla loro solitudine, confrontandosi con gli altri”.

Ma il sindacato in Veneto è anche fortemente mobilitato sul tema delle pensioni, con la mobilitazione nazionale decisa da Cgil, Cisl e Uil per il 2 aprile. “Abbiamo deciso unitariamente di organizzare una grande manifestazione regionale a Venezia – aggiunge la dirigente sindacale –. La manifestazione sarà conclusa da Susanna Camusso. Stiamo lavorando con grande impegno anche per questa grande iniziativa perché pensiamo che il tema delle pensioni sia strettamente connesso al tema del lavoro e del lavoro ai giovani.  Riteniamo sia necessario un sistema solidale che dia prospettive ai giovani. Anche in Veneto la Fornero ha sostanzialmente bloccato le uscite. Si è ridotto al minimo il numero di pensioni nel 2015, e stiamo assistendo anche a un aumento di infortuni, segno che lavorare in tarda età diventa problematico non solo per i singoli ma anche per il sistema produttivo”.

Infine, il referendum sulle trivelle. La segreteria della Cgil del Veneto ha invitato a votare per il sì. “La nostra regione, essendo molto esposta sull'Adriatico, è fortemente sensibile al tema. Crediamo che sia proprio un dovere etico rispetto al lavoro e alla  vita dei cittadini impegnarsi anche su questo su questo fronte e non mettere in contrapposizione, come una volta è stato fatto, il lavoro con la tutela dell'ambiente e della salute. Sono due cose che devono andare di pari passo, anche perché il presidio del territorio a salvaguardia dell'ambiente sono fattori di sviluppo”.