Alla presenza di circa 300 delegati provenienti da tutta Italia si sono aperti ieri, mercoledì 5 aprile, al Grand Hotel di Salerno i lavori del IX Congresso nazionale Auser dal titolo “Insieme sempre più forti”.

Era inimmaginabile un arretramento sociale come quello che stiamo vivendo – ha detto il presidente Enzo Costa nella sua relazione introduttiva –. Il risultato di questa splendida modernità è sotto gli occhi di tutti: cresce la povertà, la disoccupazione giovanile viaggia sul 40%, diminuiscono i servizi alla persona, una vita di lavoro per i giovani non corrisponderà a una pensione dignitosa, la qualità della vita degli anziani regredisce anno dopo anno”.

Il sistema di welfare italiano, in effetti, è profondamente mutato, “ed emerge ormai un modello in cui le logiche universalistiche appaiono indebolite e sempre meno efficienti, un modello in cui la maggioranza delle famiglie potrà contare su meno servizi”. Siamo a fianco della Cgil e dello Spi per affermare che una nuova stagione che riconquisti i diritti perduti è possibile - ha continuato Costa - , ripartire dai diritti del lavoro significa avere una visione sociale che mette al centro la persona e in subordine il mercato. Senza lavoro per i giovani muore l’economia generale, muore l’Italia e si rischia un vero e proprio scontro fra generazioni. Una società che rispetta il lavoro rispetta anche la vecchiaia, rispetta la persona”.

L’attività dell’Auser si muove nel bel mezzo di un importante cambiamento demografico. L’Italia ha conquistato il primato di Paese più vecchio d’Europa con il 21,7% della popolazione con più di 65 anni e con oltre 3 milioni di over 80. Dati che potrebbero essere letti in positivo, ma il risvolto della medaglia racconta che dopo i 65 anni cresce il fenomeno della non autosufficienza che si impenna dopo gli 80 anni.

Oggi abbiamo circa 2 milioni e mezzo di anziani afflitti da limitazioni funzionali – ha ricordato Costa – La spesa per l’assistenza di lunga durata passerà da 1,9% del Pil nel 2015 a 3,2% nel 2060. Nonostante questi dati diminuiscono gli anziani presi in carico nei servizi, sia nelle strutture residenziali che i percettori di indennità di accompagnamento La spesa per servizi sociali per anziani di regioni e comuni dal 2009 al 2013 è diminuita del 7,9%. Un vero dramma per molti anziani e le loro famiglie”.

I dati della ricerca Auser “domiciliarità e residenzialità per l’invecchiamento attivo” presentata recentemente a Roma parlano infatti di oltre 561mila famiglie indebitate per pagare l’assistenza ad un non autosufficiente e di sempre meno comuni che offrono il servizio di assistenza domiciliare.

L’insieme dei dati - per l'Auser - dice che il nostro Paese affronta la sfida del cambiamento demografico “con preoccupante ritardo e grande miopia. Per questo riteniamo che una legge che si occupi dell’invecchiamento della popolazione coinvolgendo gli anziani in attività di pubblica utilità e di formazione permanente attraverso il mondo delle associazioni, a partire da quelle come l’Auser che da anni già praticano queste politiche, non sia più rinviabile”.

L’invecchiamento attivo è dunque il nuovo paradigma da perseguire, nella piena convinzione che la vecchiaia va considerata come un età libera, non come un periodo di declino, è un’età in cui ci si può dedicare alla propria soggettività, rivalutare se stessi attraverso la realizzazione di attività che si rivolgono a far del bene agli altri, ricostruendo una vita di relazioni, impegno sociale, corretti stili di vita, apprendimento, attività ludiche e, in una società che diventa multietnica, rapporti e integrazione con le altre culture e solidarietà con i più giovani

Il progetto di crescita dell’associazione punta all’estensione del servizio di aiuto alla persona filo d’Argento migliorando gli strumenti informatici e aumentando i punti di ascolto, lavorando sempre di più sui bisogni delle persone e costruendo momenti di socializzazione attraverso percorsi culturali, turistici, dello sport e attività motorie, collaborando alla gestione dei beni comuni e dei beni pubblici. A valorizzare le attività di Volontariato Civico in un modello partecipato che coinvolga le comunità e favorisca il rapporto tra generazioni.

Altro fronte è quello dell’affermare il diritto di apprendere in tutte le età come fattore di benessere, “dobbiamo sviluppare la rete delle nostre università popolari, ogni nostro circolo o sede deve diventare un luogo dove si produce cultura, apprendimento rivolto principalmente alla popolazione anziana ma non solo”.

L'obiettivo è un’Auser che sappia allargare sempre più le sue attività verso l’accoglienza delle popolazioni migranti e contribuire a dar vita a una società fondata sul pieno rispetto dei diritti umani, che rifiuta la costruzione di nuovi muri e costruisce le condizioni per l’integrazione e l’accoglienza.

Il programma di oggi (6 aprile) prevede la ripresa dei lavori e dibattito. Alle ore 12.30 ci sarà l'intervento del prof. Andrea Volterrani, docente università Tor Vergata di Roma e alle ore 16 la presentazione della ricerca “Domiciliarità e Residenzialità per l’invecchiamento attivo a cura di Claudio Falasca. Alle 18.45 ci sarà la consegna dei bollini di qualità alle università e ai circoli culturali Auser.

Per domani, 7 aprile, oltre agli adempimenti congressuali sono previsti l'intervento di Susanna Camusso, segretaria generale della Cgil e le conclusioni di Enzo Costa.