“Una fiducia contro i giovani, un errore gravissimo. Perché se il 70% dei ragazzi e delle ragazze di questo Paese ritiene sbagliato reintrodurre uno strumento che penalizza il lavoro (come emerge da questo sondaggio, ndr), che lo rende ancora sfruttabile, allora la decisione del Senato va contro di loro e contro il lavoro in genere: li possono chiamare come vogliono, ma alla fine si tratta sempre dello stesso strumento”. A dirlo è il segretario confederale della Cgil Gianna Fracassi commentando ai microfoni di RadioArticolo1 il via libera definitivo di Palazzo Madama alla “manovrina” sui conti pubblici, all'interno della quale c'è un emendamento che reintroduce i voucher sotto mentite spoglie.

Con questa vicenda – spiega Fracassi – si è toccato il fondo. Come ricorda un grande giurista come Calamandrei, i contenuti della Costituzione non sono prescrizioni, perché la Carta non è una legge: deve essere resa viva dalle leggi, dai comportamenti di chi ha responsabilità istituzionali. Ecco, in questo momento non lo si è fatto. La nuova legge produce una lesione, una scissione, un divario con quello che vogliono gli italiani, oltretutto con la furbata di bypassare la scadenza referendaria. Credo sarebbe opportuno che davvero ci si fermasse, ma non accadrà. Uno strappo democratico, ulteriore motivo per essere in piazza sabato 17 con la Cgil”.

 

“Il Parlamento – aggiunge Fracassi – sta distruggendo quel minimo di fiducia rimasta nei confronti delle istituzioni. Comportamenti come questi determinano la consapevolezza che si può sempre aggirare la volontà del popolo. In qualche modo, è un punto di non ritorno, un precedente pessimo per la partecipazione democratica. L'appello a tutte le persone che credono fermamente dei principi democratici di questo paese – sottolinea la dirigente sindacale – è scendere in piazza sabato per dire che non si può agire contro il lavoro e contro la volontà popolare”.

L'impegno della Cgil proseguirà da questi presupposti. “Continueremo a insistere sui voucher, non ci arrendiamo. Avvieremo un percorso di natura legale, perché gli organi di controllo devono esprimersi su una vicenda inedita, è la prima volta che accade un fatto simile nella storia referendaria. Poi, come abbiamo più volte detto, continueremo a sostenere con le nostre iniziative i contenuti della Carta dei diritti che, tra l'altro, per lavoro occasionale hanno proposte diverse. Non abbandoniamo quindi i temi dei referendum, incluso l'articolo 18, né l'idea di restituire un orizzonte di diritti e tutele, in particolare per i giovani di di questo Paese”.