In Italia un bambino su 20 non può contare su due paia di scarpe l'anno e non riceve un pasto proteico al giorno. Quasi uno su 10 vive in famiglie che non possono permettersi di invitare a casa i suoi amici, festeggiare il suo compleanno, comprargli abiti nuovi, mandarlo in gita con la sua classe. Uno su 6 non ha la possibilità di frequentare corsi extrascolastici, quasi 1 su 3 di trascorrere almeno una settimana di vacanza lontano da casa. Solo 3 bambini su 10, tra quelli che frequentano la scuola primaria, hanno il tempo pieno a scuola e nel 40% degli istituti scolastici principali non c'é il servizio mensa. Sono questi i dati allarmanti che emergono dal sesto Atlante dell'Infanzia (a rischio) "Bambini senza. Origini e coordinate delle povertà minorili" elaborato da Save the Children e presentato in Senato, a pochi giorni dalla Giornata mondiale dell'infanzia che si celebra il 20 novembre.

Si tratta di numeri inquietanti per un infanzia deprivata di una vita dignitosa e delle opportunità per sviluppare i propri talenti, anche a causa della crescente illegalità di cui sono vittime dirette e indirette. Dall'Atlante emerge infatti  che migliaia di minori pagano un prezzo altissimo all'illegalità e alla corruzione che dilaga nei territori in cui vivono: sono almeno 85 i bambini e adolescenti incolpevoli uccisi dalle mafie dal 1896 ad oggi e molti di più coloro che hanno assistito all' uccisi e di familiari o sono stati arruolati giovanissimi nelle file della criminalità organizzata; 546.000 gli under 18 nati e cresciuti in uno dei 153 Comuni sciolti per mafia negli ultimi 17 anni, soprattutto al Sud ma anche al Centro e Nord Italia. Una deprivazione di opportunità che si riflette anche nelle scarse performance scolastiche: un alunno di 15 anni su 4 non raggiunge il livello minimo di competenze in matematica e 1 su 5 in lettura.

Al Sud la povertà assoluta é più estesa e riguarda soprattutto famiglie italiane a differenza della povertà al  Nord, in crescita nell'ultimo anno, alla quale contribuisce in gran parte il fenomeno migratorio. A fronte di ciò, colpisce  l'esiguità delle risorse stanziate per l' infanzia: la spesa sociale nell'area famiglia e minori é molto più bassa della media europea, con 313 euro pro-capite a fronte di 506 euro in media in Europa e dei 952 euro della Germania. Se poi si considera l investimento nei servizi erogati dai Comuni, emergono allarmanti differenze: si va dai 242 euro pro-capite in Trentino ai 20 euro pro-capite della Calabria.

Sono poi oltre 500.000 i giovani (15-29 anni) che, negli anni, hanno deciso di trasferirsi al Nord per trovare lavoro e condizioni di vita migliori, per la gran parte laureati. E tra le numerose ferite che affliggono l' infanzia in Italia, l' Atlante documenta il clima di violenza nel quale crescono troppi bambini: si stimano in circa 400 mila i minori vittime di violenza assistita dentro le pareti domestiche.

Infine i minori stranieri che arrivano in Italia da soli (nell'ultimo anno più di 11 mila) e che, dopo un viaggio drammatico, sono a rischio di cadere in circuiti criminali di sfruttamento, se non si attiva una adeguata rete di protezione. L' incidenza della povertà assoluta nelle famiglie con almeno un minore é triplicata tra il 2005 e il 2014, passando dal 2,8% all'8,5%, per un totale di oltre 1 milione di bambini colpiti.