Era il 10 dicembre 1948, il mondo era da poco uscito dall'incubo della II Guerra Mondiale, quando l'assemblea generale delle Nazioni Unite approvò un testo fondamentale, la Dichiarazione universale dei diritti umani, quale pilastro del nuovo ordine internazionale che si andava costituendo dopo la fine del più devastante conflitto di sempre. Eleanor Roosevelt, sua ispiratrice, parlò della Dichiarazione come della Magna Carta internazionale dell’intera umanità. 

Già nel preambolo della nuova carta si può cogliere appieno il messaggio che i rappresentanti delle nazioni di allora volevano scolpire nella storia: “La noncuranza e il disprezzo per i diritti umani hanno prodotto atti barbarici che hanno oltraggiato la coscienza dell’umanità; l’avvento di un mondo in cui gli esseri umani possono godere di libertà di parola e credo, libertà dalla paura e dalla povertà è stata proclamata come la più elevata aspirazione della gente comune... Tutti gli esseri umani sono nati liberi e con uguali diritti e dignità.”

Settanta anni dopo, però, molti dei 30 articoli contenuti nel testo sono rimasti sulla carta. "La Dichiarazione stabilisce eguaglianza e dignità di ogni essere umano e pone in capo a ogni stato il dovere centrale di garantire a tutti di godere dei propri inalienabili diritti e libertà. A oggi, non uno degli stati firmatari ha riconosciuto ai cittadini tutti i diritti che si era impegnato a promuovere". Lo si legge nell'appello con cui ActionAid Italia, Amnesty International Italia, Caritas Italiana, Emergency e Oxfam Italia lanciano una grande mobilitazione nazionale per oggi, 10 dicembre 2018, che vedrà fiaccolate, presidi e iniziative in oltre 80 piazze italiane.

"E questo perché anche nel nostro paese - dicono i promotori - la negazione nella pratica di questi diritti sta facilitando la diffusione di nuove forme di razzismo, la solidarietà è considerata reato, l’odio per il diverso prevale sullo spirito di fratellanza, l’aiuto viene tacciato di buonismo. Oggi più che mai è urgente recuperare quei principi di umanità e di convivenza civile che sono alla base della Dichiarazione e che la retorica della paura sta cercando di smantellare".

Una grande mobilitazione dunque, alla quale parteciperà naturalmente anche la Cgil che ha aderito e partecipato alla costruzione di diverse iniziative a livello locale. A Firenze ad esempio la Camera del Lavoro dà appuntamento alle ore 18.30 in piazza Santa Maria Novella, dove alle 19 si accenderanno candele per illuminare la piazza "con la speranza di risvegliare anche le coscienze dei nostri capi di Stato". 

Cgil in piazza anche a Perugia, dove oltre 35 associazioni e organizzazioni si sono date appuntamento in piazza IV Novembre dalle ore 17.30 per la manifestazione #CamminiamoDiritti. “Questa iniziativa, che non ha precedenti nel nostro territorio – hanno spiegato i promotori in una conferenza stampa tenuta a Perugia – nasce dalla volontà di tante persone, che si impegnano quotidianamente nell’associazionismo e nei sindacati, di uscire dal silenzio e dall’afasia che caratterizzano l’attuale fase politica".

A Catania l'appuntamento è invece in piazza dell'Università alle ore 18.30 e anche qui la Cgil sarà in prima fila "contro le violazioni dei diritti umani, per dire no al razzismo e no alla barbarie che dal linguaggio si propaga rapidamente ai rapporti sociali e alle decisioni politiche".

Altro appuntamento importante a Sassari, dove la Cgil, insieme ad altre 40 organizzazioni, ha accolto l’invito e lunedì 10 dicembre dalle ore 19:00 prenderà parte alla fiaccolata che si snoderà da viale Mancini e si concluderà alle ore 20:00 con un presidio in Piazza d’Italia dove troveranno spazio diversi interventi sugli articoli della Dichiarazione e diverse performance artistiche.