Il 4° rapporto 2014 di Ires per Cgil Toscana segnala la crescita del 1,1% della disoccupazione al 9,7% al 30 giugno 2014 (8,6% nel giugno 2013). Il dato è in linea con la crescita su scala nazionale e, in riferimento all’andamento stagionale, in calo rispetto al 31 marzo scorso. E' quanto si apprende da una nota del sindacato regionale.

Il mercato del lavoro risente di una perdurante debolezza. Crescono gli avviamenti totali di circa l’11% nel raffronto giugno 2014-giugno 2013, ponendosi più o meno sulla stessa linea del 2012 e al di sotto degli avviamenti del 2011. Il fenomeno sembra risentire appunto di fenomeni stagionali più che strutturali anche in relazione alla qualità del lavoro. Scendono infatti ancora i contratti a tempo indeterminato nel raffronto sullo stesso periodo di riferimento che oggi rappresentano l’11,2% contro l’11,8% del giugno 2013.

Rimane inalterato intorno al 35% del totale la quantità di contratti a progetto, a chiamata, in partecipazione. Le forme più precarie insomma, non si riducono, ad eccezione del lavoro a progetto per effetto probabilmente della riforma Fornero del 2012. Anzi possiamo dire che le recenti misure del Governo Renzi  come il DL 34 dell’ 8 Marzo 2014 sull’eliminazione della causale per i contratti a termine che ne hanno di fatto consentito una piena liberalizzazione, hanno portato ad una loro crescita esponenziale (+12,96%) senza incidere sulla riduzione delle altre forme. Il dato della durata media dei contratti a termine  è per il 61% del totale inferiore ai 3 mesi massimi, il 16% ha durata da 4 a 30 giorni, il 9% da 2 a 3 giorni, il 16% ha durata fino ad 1 giorno.

Un dato assolutamente identico all’intero anno 2013. Nessuna modifica alla precarietà quindi è stata introdotta dalla varie modifiche di legge. Lo stesso strumento dei tirocini, volge verso un uso improprio se è vero che negli ultimi mesi si è assistito ad una triplicazione delle attivazioni con il rischio di consolidarlo come strumento sostitutivo al lavoro vero e proprio. Da sfatare anche il mito secondo cui i contratti a termine si trasformino sempre in contratti a tempo indeterminato. Le trasformazioni oltre ad essere inferiori al 15% del totale risultano in calo del 17,6% nel 2014 dopo il calo del 20% del 2013.

Questi dati, costituiscono comunque, la  prova provata di come l’ingegneria delle regole, sia priva di efficacia nel quadro di crisi della domanda che caratterizza la fase e di quanto fossero propagandistiche sia le affermazioni di chi parlava dell’alleggerimento dell’art.18 ( L. 92 del governo Monti)  o  della liberalizzazione del contratto e tempo determinato come leva per rilanciare il lavoro.

Riprende a crescere la cassa integrazione che al 31 agosto con 39.173.540 ore,  segna un nuovo record rispetto ai primi 8 mesi del 2013 che hanno stabilito il dato più alto di sempre  con una crescita del 3,81%. Pur essendo questo dato condizionato dai ripetuti blocchi della cassa in deroga, è interessante rilevare come ormai il 57% del totale della stessa sia rappresentato dalla cassa straordinaria tipica di crisi strutturali con oltre 22 milioni di ore.

Nel primo semestre 2014 i licenziamenti collettivi sono stati 13.000 (+15%) e questo dato drammatico fa apparire ridicola la tesi sulla necessità di rendere più facili i licenziamenti stessi. L’aumento maggiore si registra a Lucca (+46%) Prato (+28,3%) Pistoia (+26,3%). Regge l’export in leggera crescita (+0,8%) con ottime performance dell’estrattivo (+27,4%) e del TAC (+7,8%). Flessione ingente per l’agricoltura (-7,1%). Negativo anche nel 2014 il dato dei consumi (-2,9%) con un calo in rallentamento rispetto al trimestre precedente che era stato del 4,9%.

Critica la situazione del credito che per quanto faccia registrare nei mesi di giugno e luglio 2014 una ripresa degli impieghi ( ad eccezione delle costruzioni) presenta un dato impressionante di riduzione dal Giugno 2011 al luglio 2014 di ben 13,6 miliardi erogati nella nostra regione. Infine un interessante dato è ricavabile dai dati sull’Isee su un campione di 40.000 domande. Il fatto che i lavoratori dipendenti anche nell’ultimo anno fiscale disponibile abbiano una Isee più alta di imprenditori, lavoratori autonomi e liberi professionisti è indicativo dei processi distorsivi in atto e della necessità di un maggiore ed efficace contrasto a forme di elusione ed evasione.

Daniele Quiriconi, responsabile Mercato del Lavoro della segreteria Cgil Toscana, sottolinea come ”le iniziative del Governo al netto della loro carica di strumentalità, nel quadro descritto, oltre ad andare incontro ad un fragoroso fallimento al pari dei bonus ed incentivi già visti, se accompagnati ad una legge di stabilità che taglia il carico fiscale a pioggia alle imprese e riduce la spesa pubblica, gli investimenti, i salari, i servizi ai più deboli, rischia di andare, nei fatti, in direzione contraria a quella della redistribuzione e dell’equità”.

Fabio Giovagnoli, direttore di Ires Toscana afferma che “una manovra finanziaria che sposta ingenti risorse sul versante privato scommettendo su una risposta in investimenti di incerto esito o su incentivi alle assunzioni già sperimentati, non ha grande respiro. Sarebbe necessario invece, un piano straordinario di investimenti pubblici in settori strategici con risorse da reperire anche attraverso una più efficace lotta all’evasione fiscale”.