Si tiene oggi (mercoledì 13 novembre) a Roma, presso la Cgil nazionale, l’incontro conclusivo del progetto europeo “Tide Power-Trade unions in defense of posted workers”. Il progetto è stato promosso dalla Cgil in partenariato con le organizzazioni sindacali Arbeit und Leben-Dgb/Vhs Germania, Cgtp-In Portogallo, Zsss Slovenia, con le affiliate Inca Romania, Regno Unito e Slovenia e l’associazione della federazione dei lavoratori delle costruzioni della Cgt francese, dell’Oil, Organizzazione internazionale del lavoro-ufficio Italia e San Marino, e della Ces, Confederazione europea dei sindacati.

Tide Power è stato progettato e realizzato con l’obiettivo di promuovere il miglioramento della protezione dei diritti dei lavoratori in distacco transnazionale nell’Unione europea attraverso la piena attuazione della direttiva 96/71/Ce sul distacco dei lavoratori nell'ambito di una prestazione transnazionale di servizi e della più recente direttiva 2014/67/Ue, che conferisce ai sindacati un ruolo di tutela della legalità attraverso compiti come la corretta informazione dei lavoratori, il monitoraggio delle loro condizioni di lavoro e l'assunzione di procedure volte a far rispettare gli obblighi previsti dalle direttive suddette.

Ma chi è il lavoratore distaccato? Un dipendente che viene inviato dal datore di lavoro a svolgere temporaneamente (12 mesi, prolungabili fino a 18) un servizio in un altro Stato membro dell'Ue, nell’ambito di un contratto di lavoro, di un distacco all'interno di uno stesso gruppo o per assunzione attraverso agenzia. Questo avviene, per esempio, quando un datore di lavoro si aggiudica un appalto in un Paese diverso da quello in cui è stabilito e invia i propri dipendenti ad eseguire il lavoro in loco, applicando loro, seppur temporaneamente, contratti e regole diverse da quelle del Paese in cui il lavoro viene svolto, spesso con conseguenti fenomeni di dumping salariale e sociale. Per tutta la durata del distacco, secondo le norme europee, deve infatti continuare a sussistere il rapporto di lavoro tra lavoratore distaccato e impresa distaccante, sulla quale persistono gli obblighi tipici del datore di lavoro, ovvero la responsabilità rispetto ad assunzione, gestione del rapporto di lavoro, obblighi retributivi e previdenziali, nonché potere disciplinare e licenziamento.

La direttiva 96/71/Ce, modificata dalla direttiva 2018/957/Ue, stabilisce inoltre che il lavoratore distaccato ha diritto a periodi di lavoro massimi e periodi di riposo minimi; alle ferie annuali minime retribuite; alla remunerazione minima, compresi gli straordinari; a conoscere le condizioni di assunzione, in particolare da parte delle agenzie interinali; al rispetto delle norme su salute, sicurezza e igiene sul lavoro; alla parità di trattamento tra uomini e donne e alla non discriminazione; a conoscere le condizioni di alloggio, se fornite dal datore di lavoro; a indennità o rimborso di spese di viaggio, vitto e alloggio per chi viene inviato all’estero per motivi professionali.

Tra il 2010 e il 2017 il fenomeno del distacco transnazionale è aumentato del 93% (dati 2019-Osservatorio nazionale sul distacco), ed è particolarmente comune nei settori dell'edilizia, dei trasporti e dei servizi alla persona (assistenza, sanità, istruzione) e alle imprese (amministrativi, professionali e finanziari). La Cgil già dal 2013 ha voluto affrontare il tema attraverso un primo progetto, "Ride Rights wIthout borDErs”, analizzando il fenomeno e la normativa in Europa e in diversi Stati membri (Romania, Ungheria, Slovenia, Italia).

Con Tide Power si è voluto trattare il problema con un approccio maggiormente operativo, elaborando e mettendo a disposizione uno specifico modello formativo per operatori sindacali e costruendo una rete di punti di contatto per l’informazione e la consulenza per i lavoratori distaccati presso le sedi sindacali e quelle del patronato Inca. L’obiettivo centrale del progetto, infatti, è quello di promuovere una migliore qualità e una maggiore quantità della capacità sindacale di assistere i lavoratori distaccati nell'accesso ai loro diritti e nella lotta contro le violazioni delle regole in questo campo, combattere la povertà e l'esclusione sociale attraverso l’assistenza a questi lavoratori, che hanno un ridotto potere sociale e una bassa capacità di negoziazione con i datori di lavoro, in particolare su prestazioni sociali e salario dignitosi, su salute e sicurezza, sull'alloggio, la formazione e la mobilità sociale.

Oltre 40 gli operatori sindacali formati in Italia, Slovenia e Portogallo, che hanno consentito l’attivazione di una rete di punti di contatto, che negli obiettivi di partenza era costituita da 8 unità, giunta oggi invece a 13, grazie al coinvolgimento degli uffici transfrontalieri della Cgil. I partner di progetto hanno contribuito a individuare, selezionare e fornire agli esperti di progetto le migliori pratiche esistenti nei rispettivi paesi rispetto all’informazione e all’assistenza ai lavoratori in distacco transnazionale. Tali esperienze sono state descritte in un rapporto di buone prassi che sarà distribuito alla conferenza finale.

Per raccogliere e diffondere informazioni sul tema ed eventualmente segnalare eventuali violazioni è stato messo in rete il sito web www.tidepower.eu, curato dalla Cgil, che resterà attivo anche dopo la chiusura del progetto prevista per fine anno.

Sebbene l’attività progettuale abbia consentito un proficuo scambio e rinnovato la collaborazione tra i diversi attori interessati dal fenomeno, istituzionali e non, rimane problematico l’accesso alle informazioni in capo a istituzioni, registri e sistemi nazionali ed europei per la verifica e il controllo delle condizioni di assunzione e di lavoro. Cruciale in questo contesto la transnazionalità delle azioni e delle strategie per migliorare la circolazione e la trasparenza delle informazioni e per rafforzare la cooperazione amministrativa tra gli Stati membri coinvolti, favorendo la collaborazione reciproca tra sindacati nazionali e tra i sindacati e le amministrazioni pubbliche. A questo scopo alla conferenza finale saranno presentate le raccomandazioni del partenariato di progetto dirette alla Commissione europea e ai governi nazionali degli Stati membri per gli auspicati avanzamenti in tema di accesso alle informazioni, alle misure di controllo e alla difesa dei diritti dei lavoratori in distacco transnazionale.

Monica Ceremigna, area Politiche europee e internazionali Cgil