“Abbiamo già chiesto e ottenuto che le scelte dell’Asur per gestire l’emergenza dell’ospedale di Amandola, dopo i danni provocati dal terremoto, si limitassero allo stretto necessario nel sospendere la funzionalità delle strutture e, al minimo indispensabile, per il minor tempo possibile, nel trasferimento del relativo personale. Occorre fare prima possibile riguardo ai lavori di riparazione delle parti danneggiate e della messa in sicurezza dell’intera struttura ospedaliera. Su questo continueremo a vigilare e a pressare gli organi competenti in accordo con tutte le comunità direttamente interessate”. A dirlo è il segretario generale della Cgil di Fermo Maurizio Di Cosmo.

“Se la ricostruzione e messa in sicurezza del territorio è l’emergenza – osserva il dirigente sindacale –, ridare vitalità economica e sociale alle aree montane è la prospettiva ineluttabile. La prima mossa riguarda il mantenimento e potenziamento dei servizi pubblici (asili nido, scuole, strutture socio sanitarie, ecc.) e rilancio dei settori produttivi (industria-artigianato-agricoltura) e turistico-culturali-ambientali con investimenti mirati. Il Trentino l’ha fatto aumentando anche l’occupazione. Lo possiamo fare anche nelle Marche affermando una chiara volontà politica che colga le opportunità offerte. La campana suona per Regione, governo nazionale e rappresentanze locali”.

Quindi, non solo bisogna fare presto per l’ospedale di Amandola riaffidandogli la piena funzionalità: “È necessario avviare una decisa politica per la montagna che, oltre che alle comunità locali, risponde a un interesse generale di riequilibrio territoriale ed anche di rilancio dell’occupazione soprattutto giovanile. Bisogna mettere in sicurezza sismica l’intera edilizia pubblica e privata. Bisogna anche promuovere la residenzialità, la presenza dell’uomo in aree che se abbandonate aggraverebbero i rischi legati alla fragilità idro-geologica dell’intero territorio imprigionandoci ancor di più in una realtà dominata da frane ed alluvioni. La credibilità del progetto Casa Italia passa nella realizzazione del Progetto Appennino”.