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“L’assemblea di Telecom rappresenta una novità assoluta nella storia di Telecom. Dalla privatizzazione, per la prima volta c’è un presidente eletto e legittimato dal voto dell’assemblea e il mercato ha ottenuto più consensi del controllo esercitato di fatto da Telco. Una soluzione che potrebbe portare Telecom a diventare la prima Public Company italiana.” Così Massimo Cestaro, segretario generale Slc Cgil, sul Cda Telecom.
“E’ evidente che i prossimi mesi saranno determinanti in quanto potrebbe sciogliersi il patto di sindacato di Telco e aprirsi la strada alle modifiche statutarie necessarie a prevedere la contendibilità del controllo dell’azienda con norme che garantiscano un’equa rappresentanza all’interno del Cda, superando il controllo di fatto esercitato in questi anni da Telco e all’attenzione dell’antitrust Brasiliano.”
“Un apprezzamento – prosegue il sindacalista - va alla chiarezza con cui l’amministratore delegato è intervenuto sul futuro della società, ribadendo la strategicità della presenza in Brasile, sulla necessità di rilanciare l’azienda a partire dallo sviluppo delle reti di nuova generazione, vera e propria condizione irrinunciabile per far ripartire l’economia dell’intero Paese, e sulla volontà di mantenere la rete all’interno del perimetro aziendale ponendo fine alla inutile discussione che si è registrata nell’ultimo anno.”
“Con queste parole possiamo ritenere definitivamente archiviato il ridimensionamento dell’azienda volto a favorire interessi di singoli azionisti. Sul Cda ricade ora l’onere di operare nel pieno interesse dell’azienda, dell’insieme dei suoi azionisti e di tutti i lavoratori che quotidianamente operano per garantire il funzionamento di Telecom. Per la prima volta il Cda è legittimato a operare svicolato da interessi di parte e dovrà cimentarsi con il rilancio dell’azienda a partire dalla partita che riguarda il riassetto delle telco in Europa e in Italia.”
“Se questi saranno gli obiettivi – conclude Cestaro - potrà avviarsi un lavoro comune nei confronti della politica e del regolatore affinché si determinino le condizioni per implementare gli investimenti nelle reti di nuova generazione adottando normative che aiutino questo processo e non si limitino a proseguire la corsa al ribasso dei prezzi, condizione per la quale nel nostro Paese sono a rischio gli investimenti.”
“I lavoratori e il sindacato si adopereranno sin da subito perché il quadro di riferimento scaturito dall’assemblea degli azionisti favorisca la svolta epocale di realizzare una Public Company, sostenuta già nel corso della privatizzazione, archiviando definitivamente il sistema delle “scatole” di controllo che hanno determinato, negli anni, le attuali difficoltà di Telecom. Sopravvivono, dentro Telecom, competenze e professionalità che vogliono riportare l’azienda ai fasti del passato: il Cda raccolga la sfida e si occupi del business e non solo della finanza. Troverà i lavoratori pronti a rispondere.”