A sindacati e lavoratori del teatro Stabile di Catania le promesse non bastano più. E, a fronte dei possibili futuri tagli e dei troppi crediti che l'Ente deve ancora riscuotere, Slc Cgil e Uilcom Uil locali hanno chiesto al presidente del teatro di convocare un cda straordinario, alla presenza dell'assessore regionale Antony Barbagallo e del sindaco Enzo Bianco. Richiesta che Dipasquale si è impegnato a soddisfare subito dopo le convocazioni.

È questa, in breve, la posizione del sindacato, a seguito della riunione sindacale tenutasi presso la sede dello Stabile, richiesta da Slc e Uilcom, "per la grave situazione economica finanziaria dell'ente e del mancato pagamento di quattro mensilità ai lavoratori, nonché degli artisti e delle compagnie che fino ad oggi hanno garantito le produzioni".

All'incontro, erano presenti il presidente del cda Salvo La Rosa, il vicepresidente Jacopo Torrisi e il direttore Giuseppe Di Pasquale. I rappresentanti dell'ente hanno evidenziato che, rispetto alle entrate previste del 2015, i crediti ancora da ricevere si aggirano a circa 900.000 euro, di cui 303.000 da parte della Regione Sicilia, e circa 400.000 da parte del Mibac. Inoltre, per quanto riguarda la situazione dei bilanci, è stato comunicato che il previsto taglio dei fondi regionali, causato dal mancato accordo tra Stato e Regione, se approvato, il bilancio preventivo 2016 causerebbe un taglio alle spese sul costo del lavoro, con conseguente esubero di personale.

Per Davide Foti, segretario Slc Catania, e Giovanni Nicotra, segretario Uilcom provinciale, "la situazione è gravissima, sia dal punto di vista economico e finanziario dello Stabile, ma soprattutto per lo stato in cui versano i lavoratori, ormai allo stremo delle forze. Riteniamo vergognoso che i soci principali di questo prestigioso teatro facciano solo proclami, lasciando soli e senza  speranze maestranze e artisti. È necessario risolvere definitivamente tale incresciosa situazione, non più sostenibile né dal sindacato né, soprattutto, dai lavoratori. Abbiamo la necessità di avere chiare le idee e di capire chi vuole portare alla chiusura questo prestigiosissimo teatro. Non siamo più disponibili a promesse, e chiediamo fatti concreti e rassicuranti, al fine di evitare qualche atto inconsulto da chi sta soffrendo e perdendo la dignità di uomo e lavoratore".