(Rls Arsenale M.M. Fp Cgil Taranto)
Oramai è chiaro che la questione amianto non può essere trattata separatamente dalla vertenza che riguarda l’Arsenale della Marina Militare di Taranto. Infatti nel corso degli ultimi incontri presso il Ministero della Difesa, a cui ha partecipato anche il CRAMM (Comitato Riconversione Arsenali Marina Militare), la CGIL insieme alle altre OOSS presenti ha evidenziato la mancanza di un coordinamento tra le varie articolazioni dell’Amministrazione Difesa, l‘INAIL e le Organizzazioni Sindacali, nella definizione di una linea comune per affrontare la delicata questione amianto nel Ministero della Difesa.
E proprio per la larga diffusione di patologie asbesto correlate tra quanti hanno lavorato all’interno dell‘Arsenale di Taranto (per rendere l’idea della gravità del fenomeno basti pensare che oggi sono colpiti anche lavoratori che hanno prestato servizio esclusivamente negli uffici amministrativi), le OOSS hanno chiesto l’estensione degli atti di indirizzo per l’intero comprensorio arsenalizio. In più, sempre dietro sollecitazione delle organizzazioni sindacali, l’on. Cossiga ha assunto l’impegno di istituire un tavolo tecnico specifico con tutte le parti interessate.
Ed in effetti il 25 giugno scorso, presso l'ufficio generale del centro di responsabilità amministrativa della marina militare (Mariugcra), si è tenuta una riunione tra i rappresentanti dello Stato Maggiore Marina, di Persomil e dell’Inail, per definire le modalità di esecuzione degli accertamenti tecnici necessari all’Inail per concedere i benefici previdenziali al personale esposto sulla base dei certificati rilasciati dalla Commissione istituita presso Persomil. Nel corso dell’incontro la Marina ha chiesto agli organismi centrali dell’Inail di non respingere pregiudizialmente in questa fase interlocutoria le istanze del personale che ha già ottenuto i curriculum. Sono stati inoltre presentati i documenti riguardanti la presenza di amianto a bordo delle unità navali e previsti gli accertamenti e le analisi che la CONTARP (Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione) dovrà tenere presso gli arsenali di La Spezia e Taranto.
Per questo, a fine settembre, CGIL CISL e UIL hanno predisposto una relazione da inviare al Capo di Gabinetto del Ministro della Difesa, dott. Criscuolo, riguardante le bonifiche effettuate nello stabilimento ed a bordo delle unità navali ed accertante la presenza passata e presente dell’asbesto sia negli edifici dello stabilimento che sulle navi da guerra.
Da una mappatura effettuata su locali, impianti ed apparati di bordo dal RINA Spa, su commissione dello stesso Arsenale, risultano essere circa una sessantina le unità della marina sulle quali è stata rilevata la presenza di amianto.
Dopo decenni di negazioni e discussioni, anche se ancora oggi i lavoratori pubblici non possono godere degli stessi benefici concessi ai lavoratori privati dalla Legge 257/92 (prepensionamenti), lentamente si sta imboccando la giusta via per il riconoscimento di diritti inspiegabilmente negati. La battaglia però non è finita, perché il pericolo vero, quello che nessun abbuono previdenziale potrà mai scongiurare ne ripagare, sono le malattie che si annidano nei polmoni di chi è stato esposto direttamente o indirettamente all’amianto. Oggi è necessario battersi affinchè a tutto il personale sia garantito il diritto di operare in sicurezza, attraverso la bonifica delle unità navali e degli edifici ancora contaminati e l’avvio di una seria campagna per la prevenzione e la cura delle patologie asbesto correlate.
Taranto, su arsenale e amianto serve una linea comune
Riceviamo e pubblichiamo
23 ottobre 2009 • 00:00