Di nuovo in stato di agitazione i 76 dipendenti di “Sviluppo Italia Sicilia”. Le Rsa di Fisac Cgil, Fiba Cisl, Uilca Uil, Fabi, Ugl Credito hanno indetto due giornate di sciopero per la prossima settimana e lunedì 23 marzo si terrà un’assemblea per decidere le iniziative di protesta.

I sindacati accusano il management della società e il socio unico Regione di atteggiamento contraddittorio e incoerente. “Stanno lascando morire lentamente la società partecipata, con i suoi 76 lavoratori senza stipendio da 6 mesi, dopo che l’Ars ha stanziato per la società, a inizio d’anno, un finanziamento ad hoc per rilanciarla”, attaccano i rappresentanti sindacali. In questi giorni sono andate a vuoto altre due assemblee che all’ordine del giorno avevano l’approvazione del finanziamento in conto soci per sbloccare il fondo di 1 milione 200 mila euro istituito dalla legge Regionale 3/2015. Per la quinta volta di seguito all’assemblea dei soci di Sviluppo Italia Sicilia è arrivato lo stop: la società, rimasta a corto di liquido, potrebbe essere messa in liquidazione. “E’ un nulla di fatto che rischia di tradursi nell’ennesima operazione di macelleria sociale, e che vanifica la volontà espressa all’unanimità dal Parlamento regionale”, commentano i sindacati dopo aver appreso del responso negativo dell’assemblea.

Fisac Cgil, Fiba Cisl, Uilca Uil, Fabi, Ugl Credito denunciano la mancata coerenza del governo. “Il presidente ha tradito gli impegni presi. E’ un atteggiamento schizofrenico. Se Crocetta avesse davvero volontà di tenere in vita Sviluppo Italia Sicilia, così come ha finora dichiarato, domani stesso riunirebbe l’assembla totalitaria per approvare la delibera per il finanziamento in conto soci e dare corso alle nomine del consigliere d’amministrazione mancante e del collegio sindacale - dichiarano il segretario della Fisac Cgil Palermo Gino Ridulfo e Gianluca Mazzarese, Rsa Fisac Cgil – Il sindacato esprime sconcerto per questo atteggiamento incongruente. Dopo l’impegno preso nell’audizione all’Ars dal ragioniere generale, e dopo che Crocetta aveva detto di procedere, due giorni fa al Bilancio la pratica è stata bloccata. Non possiamo che prendere atto dell’esistenza di un conflitto politico. Invitiamo il presidente Crocetta al senso di responsabilità, dimostri di essere in sella. Metta in pratica le sue volontà. Altrimenti la Sicilia non sarà governata da nessuno. Non bastano le prediche”.

I sindacati adesso temono che il vuoto politico possa portare alle dimissioni dei vertici e alla liquidazione di Sviluppo Italia Sicilia. I lavoratori nei giorni scorsi, dopo gli scioperi di dicembre, sono tornati a manifestare mentre non una sola delle nuove commesse annunciate è mai arrivata. La convenzione quadro scaduta nel 2012, e siglata a fine febbraio, è ferma presso la Corte dei Conti. “Temiamo – denuncia la Fisac – di essere stati messi alla porta per dare spazio alle grosse società di consulenza che poi vincono i bandi sull’assistenza tecnica ai fondi comunitari e sulla programmazione. La Regione continua a fare i bandi per l’esterno, pur avendo le risorse interne. E denunciamo l’inerzia del management: all’Agricoltura è rimasto in sospeso un progetto da 1 milione di euro per l’assistenza tecnica al Psr”.