Ennesimo incontro improduttivo quello tenutosi il 25 settembre a Roma tra i sindacati, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs con la direzione Simply Sma, alla presenza di una folta rappresentanza di lavoratrici e lavoratori del punto vendita di Teramo (in chiusura al 30 settembre) che hanno voluto portare al tavolo nazionale la loro drammatica vicenda, divenuta purtroppo emblematica di un deciso cambio di passo nelle relazioni industriali, da parte della multinazionale francese del retail. 

L’azienda – riferiscono i sindacati – in apertura ha comunicato che a fine anno registrerà una perdita di 110 milioni e che pertanto la rete vendita dovrà essere “razionalizzata”. Ha specificato che le cessioni dei negozi romani di Mezzavia e Anagnina non sono state ancora perfezionate: ad oggi è in campo solo una dichiarazione di interesse all’acquisizione da parte di un'impresa locale. Per quanto riguarda l’Ipersimply di Teramo, ha manifestato disponibilità a valutare le richieste avanzante dalle organizzazioni sindacali, inclusa quella di un possibile ricorso alla cassa integrazione per chiusura, qualora il quadro normativo arrivi a consentirlo in tempi brevi. 

“Abbiamo chiesto all’azienda di avere il piano generale delle cessioni per cui sono in corso trattative e quello di ulteriori eventuali chiusure di modo da ottenere un insieme di riferimenti completo che ci consenta di governare l’annunciata ‘razionalizzazione’ – spiegano i sindacati Filcams, Fisascat e Uiltucs –. Questo esercizio di trasparenza servirebbe, tra l’altro, anche a stroncare il proliferare di voci incontrollate, spesso fomentate da esponenti dello stesso management, che continuano ad ingenerare ansia, preoccupazione e demotivazione fra gli addetti”. 

Di fronte alla chiusura di Sma a tutte le richieste sindacali, Filcams, Fisascat e Uiltucs hanno deciso di riconfermare lo stato di agitazione con blocco delle ore di supplementare e straordinario; di dare mandato alle strutture territoriali, alla Rsu e alla Rsa di convocare per la giornata di sabato 29 settembre due ore di assemblea in tutti i punti vendita per spiegare alle lavoratrici e ai lavoratori la gravità della posizione aziendale; di proclamare un pacchetto di 8 ore di sciopero da articolare a livello territoriale.