La scuola italiana va in piazza il 20 ottobre, in una grande manifestazione nazionale organizzata dalla Flc Cgil. Lo annuncia oggi (25 luglio) il segretario generale della Flc, Mimmo Pantaleo, secondo il quale la spending review "deve essere radicalmente modificata".

Pantaleo critica il ministro Patroni Griffi che, dopo aver convocato stamani i sindacati del pubblico impiego e della conoscenza per un confronto sulle conseguenze della spending review, non si è presentato. "Patroni Griffi ci ha abituato a questi strani comportamenti - spiega -: infatti è lo stesso ministro, che ha firmato l'Intesa sul lavoro pubblico con le organizzazioni sindacali, alla quale non ha però dato ancora attuazione".

Questo atteggiamento - secondo il sindacato -"oltre a essere gravemente lesivo delle relazioni sindacali, è inaccettabile rispetto agli effetti disastrosi che questo provvedimento determinerà per il personale a tempo indeterminato e precario nei comparti della conoscenza e sulla possibilità stessa a garantire una offerta formativa di qualità e le attività degli enti di ricerca pubblici".

"La spending review deve essere radicalmente modificata
perchè - prosegue Pantaleo - taglia i servizi ai cittadini, licenzia i precari, mortifica la dignità e le condizioni salariali dei lavoratori pubblici e colpisce pesantamente i cittadini. Non vi è alcun intervento concreto per eliminare gli sprechi e i privilegi ma il vero obiettivo è ridurre la spesa sociale e il perimetro dell'intervento pubblico per procedere verso la privatizzazione dei beni comuni a partire dalla sanità, dai trasporti, dalla scuola e dall'università. Ancora una volta sono le nuove generazioni le vittime delle politiche del governo Monti, si nega loro il lavoro e un vero diritto allo studio".

La Flc ha messo in campo una serie di mobilitazioni che, a partire dai presidi e dai sit in delle scorse settimane, continuerà anche a settembre: "E' di tutta evidenza che non accetteremo passivamente che si continui a far cassa sulla conoscenza. Non è tollerabile che s'intende far pagare la crisi unicamente ai lavoratori, ai giovani, ai pensionati e alle parti più deboli del paese per salvaguardare banche e rendite finanziarie".

Per questo è "importante" la proclamazione dello sciopero generale in autunno. E la scuola scende in piazza il 20 ottobre, conclude, "per rivendicare investimenti in conoscenza pubblica, diritto allo studio, rinnovo dei contratti, piano per la stabilizzazione dei precari, interventi per arginare licenziamenti, lavoro nero e sfruttamento nei settori privati dell'istruzione".