Il 7 novembre i lavoratori dell'edilizia si asterranno per un'ora dal lavoro per protestare contro gli infortuni mortali. Lo sciopero è stato indetto da Fillea Cgil, Filca Cisl, Feneal Uil a livello nazionale, sull'onda delle recenti tragedie che hanno colpito i cantieri edili italiani, dove negli ultimi giorni sono morte 7 persone, e in considerazione del numero complessivo di infortuni letali, in aumento rispetto al 2015. Lunedì prossimo, in coincidenza con lo sciopero, si svolgeranno assemblee sui luoghi di lavoro sul tema della sicurezza.
Il dramma delle morti bianche interessa l'intero territorio nazionale, non risparmiando di certo il Veneto e la Provincia di Padova. In Italia, nel 2015, si sono verificare 694 morti sul lavoro, il 22,5% dei quali in edilizia. Vanno aggiunti 632.000 infortuni e 59.000 denunce di malattie professionali. Uno dei settori più colpiti è l'edilizia, dove si registra un incremento impressionante di denunce di malattie professionali e di vittime. Nel periodo gennaio - prima settimana di ottobre 2016 i morti nel settore delle costruzioni sono stati 92, contro i 72 registrati nello stesso periodo del 2015 (+ 27,8%).
Dentro questi numeri, dietro i quali non va mai dimenticato che si "nascondono" delle persone in carne e ossa, c'è il dramma dei lavoratori ultracinquantacinquenni: l’osservatorio sulla sicurezza sul lavoro Vega, riportando dati provvisori INAIL per il 2016, conta ben 130 casi mortali nella fascia dai 55 ai 64 anni, 27.3% di indice di incidenza fra gli occupati e di 49 casi mortali in fascia d’età superiore ai 65 con un indice di incidenza fra gli occupati del 10.3% . Evidentemente si paga il logoramento determinato da decenni di lavoro usurante.
Come si diceva, le cose non vanno meglio sul piano territoriale. Il Veneto è la seconda Regione italiana per numero assoluto di decessi: 53 casi dal 1 gennaio al 31 agosto 2016, settima per incidenza sul numero totale dei lavoratori, che sono 2.081.602. La provincia di Padova ha visto nello stesso periodo 12 incidenti mortali, settima provincia italiana in termini assoluti, trentatreesima per incidenza sul totale dei lavoratori, che sono 410.171.
"Lo sciopero di lunedì e le assemblee sui luoghi di lavoro - dichiarano Dario Verdicchio (Segretario generale Fillea Cgil Padova), Gianni Pasian (Segretario generale Filca Cisl Padova e Rovigo) e Gino Gregnanin (Segretario generale Feneal Uil Padova e Rovigo) - sarà un'importante occasione per sensibilizzare l'opinione pubblica su un tema decisivo per la civiltà del nostro Paese e per ribadire alle Istituzioni le nostre proposte. Chiediamo innazitutto il rafforzamento dei controlli e delle sanzioni in materia di sicurezza sul lavoro. La scure che nel corso degli ultimi dieci anni si è abbattuta sulle risorse al welfare e l’assenza di turn - over nel lavoro pubblico ha ridotto drasticamente i già scarsi investimenti e gli organici del sistema ispettivo. Al lavoro dei pochissimi ispettori rimasti, per fortuna si aggiunge l’impegno dei sindacati, attraverso i responsabili per la sicurezza impegnati negli Enti paritetici e al lavoro quotidiano degli Rls e degli Rlst, i Responsabili per la sicurezza aziendali e territoriali".
"Chiediamo inoltre - proseguono Verdicchio, Pasian e Gregnanin - la costituzione della patente a punti per la selezione ed il sistema di qualificazione delle imprese; la definizione di norme premiali per le imprese regolari e sicure; il ripristino del Durc nella sua originaria formulazione; il contrasto forte del lavoro irregolare e nero; l'applicazione del contratto edile a tutti i lavoratori impiegati in cantiere per assicurare una adeguata formazione, uguali prestazioni e uguali diritti; rafforzare il ruolo dei responsabili per la sicurezza impegnati negli Enti paritetici".
"Ma la questione più rilevante - concludono i tre sindacalisti - è quella previdenziale. È necessario estendere l'Ape agevolata agli edili, il cui lavoro è sicuramente pesante e rischioso, permettendo di accedere alla pensione in anticipo senza penalizzazioni a tutti quegli operai con pensioni inferiori ai 1300/1400 euro netti. Solo in questo caso si darà una risposta concreta alle migliaia di operai con più di 60 anni che ancora stanno sulle impalcature".