In Italia la Sardegna, insieme alla Calabria, è fanalino di coda per la crescita. Sarebbe strano il contrario: l’intero sistema industriale dell'isola è fermo o quasi e di solo turismo la Sardegna, come il resto dell'intero paese, certo non può vivere. Alcoa e Eurallumina: sono solo due delle tante vertenze che coinvolgono lavoratori sempre più in sofferenza e difficoltà. Mentre chimica verde e aerospazio, che potrebbero rappresentare una buona opportunità, restano al palo. Ne ha parlato, su RadioArticolo1, Michele Carrus, segretario generale della Cgil sarda.

“Sulla vertenza Alcoa – ha detto – speriamo che qualche spiraglio si possa aprire. È tramontata la trattativa in piedi con la Glencore per la cessione dello stabilimento. Abbiamo però riscontrato durante l’incontro che il ministro Calenda si è impegnato con serietà nel mettersi direttamente in gioco attraverso Invitalia. L’agenzia dovrà trovare nuovi potenziali acquirenti dello stabilimento attraverso un accordo con Alcoa che prevede l'impegno della  multinazionale a non smantellare quegli impianti e, anzi, a garantire le risorse necessarie per le opere di bonifica e di riavvio degli stessi”.

 

Tutto questo, ha aggiunto, consente di “disporre di una serie di risorse aggiuntive per il rilancio, la riqualificazione, il riavvio o la riconversione dei presidi industriali e, al tempo stesso, di beneficiare degli ammortizzatori, di strumenti di sostegno al reddito che il ministro Poletti dovrebbe esplicitare nel decreto che è di prossima emanazione. Mi riferisco al prolungamento degli ammortizzatori sociali, ovvero del sussidio, per coloro che li hanno persi”. Salvare lo stabilimento è interesse nazionale del paese, “per difendere una produzione industriale che è unica in Italia”.

Poi c’è la questione “chimica verde”, che potrebbe rappresentare una prospettiva interessante per l’isola, ma che ha subìto una battuta d’arresto. “In primis – ha spiegato Carrus – per il fatto che Eni aveva deciso, nostro malgrado, di disimpegnarsi rispetto ai propri stabilimenti chimici nel nostro paese. La forte azione di contrasto sembra aver scongiurato la cessione alla finanziaria americana, SK Capital, che avrebbe dovuto acquisirne gli impianti e che non ci dava nessuna garanzia di una traiettoria industriale per la chimica italiana. Anche la chimica verde era coinvolta in questo processo. Esiste certo una società ad hoc nata da una joint venture tra Novamont e Versalis (Matrika) che dovrà realizzare un impianto per la produzione di bioplastiche e biopolimeri fra i più innovativi in Italia e forse in Europa. Ma è chiaro che un progetto di questa portata funziona bene se può poggiare su gambe consistenti come quelle di Eni”.

Infine, il settore aerospaziale, altra possibile prospettiva per la Sardegna: “Abbiamo in cantiere – ha raccontato il leader della Cgil regionale – un’ipotesi di lavoro comune con Cisl, Uil e Confindustria per rilanciare nei confronti della Regione l’impegno su questo settore, che è stato individuato come uno dei sei ambiti di riferimento della strategia di specializzazione intelligente della nostra terra”. In effetti, ha detto, “la Sardegna gode di strutture che la rendono unica nel panorama nazionale perché innanzitutto c'è il radar di San Basilio importantissimo per l'esplorazione spaziale; poi abbiamo le piste di Tortolì, Oristano, Decimomannu”. Insomma: le prospettive ci sono, però bisogna coglierle e investire.