“Il modello tedesco, nella riforma del mercato del lavoro varata dal governo Monti, c'è già. Basta leggere i testi”. Così dice Giorgio Santini, numero due della Cisl in un’intervista al Riformista. E spiega: “Guardi, mi pare che qui si sta facendo molta confusione. Il modello tedesco c'è già nell'accordo ed è stata la Cisl a chiedere che venisse specificato. Così il giudice potrà scegliere, nel caso di presunti licenziamenti economici, tra il reintegro o l'indennizzo, sulla base di tre fattispecie: 1) quando il licenziamento non sussiste; 2) quando il licenziamento viene applicato in difformità dal contratto collettivo di lavoro e 3) quando il licenziamento viene usato per mascherare altre motivazioni aziendali. Inoltre, cosa molto importante e che vorrei sottolineare, viene introdotta un processo conciliativo tra lavoratore, impresa, sindacati e giudice presso l'ufficio del lavoro, conciliazione utile anche per il processo, proprio come avviene nel modello tedesco”. Insomma “Le tutele, anche sull' articolo 18, ci sono scritte nero su bianco. Il modello tedesco c'è già, poi se in Parlamento vogliono migliorare ancora il testo, bene. Il Parlamento è sovrano. Certo è che la Cisl questa riforma l 'ha voluta e l'ha anche migliorata dove era poco chiara, come sull'articolo 18”.