“La sciagurata scelta delle Regioni di accettare ulteriori tagli alla sanità comporterà inevitabilmente una riduzione delle prestazioni per i cittadini meno abbienti, e con la proposta di far pagare ai medici le inappropriatezze, si romperà il rapporto di fiducia e si imporrà una medicina patrimoniale e difensiva a danno della tutela della salute”. Lo comunicano Aipac, Cisl Medici, Fassid, FP Cgil medici, Snami, Smi, Simet, Snr, Uil Fpl, in una nota congiunta.
“Dopo 30 miliardi di tagli – continua al nota -, dopo sei anni senza contratti e convenzioni, dopo le promesse non mantenute di una legge sulla responsabilità professionale, siamo arrivati al punto più drammatico di attacco alla sanità pubblica, ai medici ed agli operatori sanitari. Crediamo pertanto che siano sbagliate le scelte solitarie di rivendicazione di una parte dei sindacati medici e che vi sia la necessità della più ampia unità possibile di chi crede nella sanità pubblica”.
Sanità: sindacati, serve difesa unitaria del Ssn
21 aprile 2015 • 00:00