Dalla Sicilia al Trentino, lungo tutta la Penisola. La manifestazione diffusa a favore dei referendum promossa dalla Flai Cgil nazionale il 26 maggio ha visto la categoria sindacale scendere in piazza davanti alle prefetture di ogni provincia Penisola, per un lavoro tutelato, sicuro e giusto.

“In Italia ancora oggi troppo spesso lavorare nell’agroalimentare significa schiavitù, sfruttamento e rischio per la propria incolumità - dichiara il segretario generale Flai Cgil Giovanni Mininni -. Per questo abbiamo voluto dare un segnale forte, organizzando presidi sotto alle prefetture a cui hanno partecipato migliaia di lavoratrici e lavoratori, per promuovere i cinque referendum su lavoro e cittadinanza dell’8 e 9 giugno e chiedere alle istituzioni che vengano applicate le leggi sul contrasto a caporalato e lavoro nero nel settore primario”.

Alle prefetture la Flai ha chiesto la piena applicazione della legge 199 del 2016, mediante l’insediamento in ogni provincia delle sezioni territoriali della Rete del lavoro agricolo di qualità. Si tratta di organismi dove istituzioni, sindacati e datoriali collaborano per predisporre misure su alloggi, trasporti, intermediazione di manodopera, prevenzione del lavoro nero in agricoltura. A oggi, solo 49 sezioni territoriali si sono insediate, meno della metà di quelle previste.

“Il nostro impegno per un lavoro tutelato, sicuro e giusto passa per l’appuntamento referendario che ci attende fra meno di due settimane – aggiunge Mininni -. Si tratta di una battaglia fondamentale che possiamo vincere. Votando cinque sì possiamo cancellare immediatamente leggi ingiuste su licenziamenti illegittimi, precarietà, sicurezza e salute negli appalti e accesso alla cittadinanza italiana”.

“Dagli incontri con le prefetture abbiamo avuto ritorni positivi – conclude Mininni -. Molti prefetti hanno assunto impegni rispetto alle sezioni territoriali che ancora non sono state istituite, o che, pur essendolo, non risultano operative. Ora però servono azioni concrete”.