È stato siglato l’accordo tra Fiom, Rsu e azienda per il contratto di solidarietà alla Cps color equipment di San Felice sul Panaro (Modena). L’ammortizzatore sociale interessa gli 80-90 addetti prevalentemente dell’area impiegatizia (sui 130 dipendenti totali), che saranno interessati da una riduzione dell’orario di lavoro, con un'integrazione all’80% da parte dell’Inps. La solidarietà è stata attivata per scongiurare i 35 esuberi dichiarati dall’azienda il 20 dicembre scorso, a fronte di difficoltà economico-finanziarie legate a perdite di fatturato costanti negli ultimi anni.

“La trattativa con la direzione aziendale è iniziata da diversi mesi – spiega Erminio Veronesi della Fiom di Mirandola –. Si tratta di un’azienda che aveva difficoltà legate alla crisi, iniziate, quindi, prima del sisma che ha colpito San Felice e la bassa modenese lo scorso maggio”. Da mesi la Fiom, insieme alle Rsu, aveva sollevato l’attenzione, anche degli amministratori locali, sui problemi di bilancio e le inefficienze nella gestione aziendale. Inoltre, sia a giugno che a ottobre 2012, erano stati proclamati due giorni di sciopero per rivendicare un piano industriale credibile per il il rilancio dell’azienda, a fronte di investimenti giudicati insufficienti e inadeguati sui nuovi prodotti.

"Lo scorso dicembre l’azienda ha presentato il tanto sollecitato piano industriale – ricorda Veronesi –, dichiarando, però, contestualmente anche 35 esuberi. Con le Rsu abbiamo subito dichiarato di essere disposti ad accettare solo una mobilità volontaria e incentivata, e che la crisi (che indubbiamente colpisce l’azienda) doveva essere affrontata con i contratti di solidarietà, ovvero con una riduzione di orario spalmata su tutti i lavoratori per evitare i licenziamenti".

A seguito dell’accordo, 7 lavoratori hanno accettato la mobilità volontaria con congruo incentivo, ma per salvaguardare gli altri 28 posti è stato deciso il contratto di solidarietà per 12 mesi, eventualmente rinnovabile. “La crisi purtroppo non è finita – commenta ancora il sindacalista –, ma si può affrontare positivamente con il contratto di solidarietà, che rimane lo strumento principe per mantenere l’occupazione. Valutiamo, quindi, positivamente l’utilizzo di questo ammortizzatore sociale, che consente di affrontare le crisi aziendali con la maggior salvaguardia possibile dell’occupazione. A maggior ragione, in un territorio come il nostro, che non può sopportare nuova disoccupazione, oltre alle difficoltà già causate alla popolazione dal terremoto”.