Distribuiranno anche un volantino alla popolazione per spiegare le ragioni del loro sciopero e chiedere la solidarietà per difendere il bene pubblico “acqua”: i circa 500 lavoratori degli appalti idrici Acea il 15 settembre torneranno in piazza, con un presidio davanti alla sede centrale dell’azienda partecipata del Comune di Roma “per chiedere risposte immediate ad una situazione ormai non più tollerabili. La grave situazione in cui vivono i lavoratori degli appalti idrici Acea è sotto gli occhi di tutti” raccontano Nicola Tavoletta, Raffaele Galigai, Benedetto Truppa, segretari regionale di Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil, che hanno promosso la giornata di mobilitazione di lunedì. “Il primo agosto abbiamo manifestato e rivendicato - con la presentazione di una nostra piattaforma - la tutela dei diritti e la garanzia della sicurezza di questi lavoratori” proseguono i segretari, ricordando l’esasperazione dei lavoratori quando “il 25 agosto un lavoratore, Machow Marcin, impegnato nella manutenzione di una condotta idrica, ha perso la vita, arso in un tombino saturo di gas dopo giorni di atroci sofferenze”.

Un incidente su cui saranno sicuramente le autorità competenti a “verifica le dinamiche e sanzionare chi eventualmente fosse responsabile di quanto accaduto, ma noi siamo certi comunque che le modalità con cui vengono eseguiti questi lavori necessitano sicuramente di controlli e verifiche quantomeno più attente. Non possiamo più tollerare che tutto ciò possa accadere” denunciano i sindacati: “Questi lavoratori garantiscono quotidianamente, con un impegno straordinario, l’erogazione di un servizio di fondamentale importanza qual è l’acqua. Un bene comune che abbiamo deciso essere con un referendum di gestione pubblica. Nella provincia di Roma questo servizio è gestito da una Societa con prevalenza di capitale pubblico, Acea, che si è dotata tra l’altro di un suo Codice Etico con il quale rafforza l’impegno a garanzia della trasparenza , del servizio dato all’utenza, e dei lavoratori di Acea e delle società utilizzate”.

Per gli edili Cgil Cisl Uil però “le condizioni in cui operano questi lavoratori poco hanno a che vedere con le regole date dalle norme, dai contratti e dal codice etico” e quindi dai sindacati la richiesta perentoria all’azienda di dare delle risposte ai lavoratori “nell’incontro del 31 luglio abbiamo fatto richieste precise, su cui chiediamo un confronto serio e concreto all’azienda e ai suoi soci, in particolare al Comune di Roma: il rafforzamento dei criteri di sicurezza a partire dall’orario di lavoro, la piena e corretta applicazione del contratto di lavoro del settore edile, il riconoscimento economico di reperibilità e disponibilità, la qualificazione delle figure professionali e delle imprese interessate, la gestione in chiaro di subappalti e del passaggio dei lavoratori da una azienda all'altra”.