Occorre ripartire dai contratti per fare vera innovazione nella scuola. È questo il messaggio forte che i sindacati della scuola, Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda vogliono lanciare oggi, 11 settembre, in occasione dell'Assemblea nazionale delle Rsu "L'Unione fa la Scuola", in programma dalle ore 10 presso il Teatro Quirino a Roma. 

"La scuola si governa e si riforma attraverso la partecipazione e la condivisione, ampliando gli spazi di collegialità, di confronto e di contrattazione" si legge in una nota delle 5 sigle sindacali che hanno elaborato un documento con i temi e gli obiettivi dell’iniziativa odierna. In primo luogo c’è appunto la necessità di far ripartire la contrattazione, visto che 7 anni di blocco “hanno prodotto un tempo di ‘riforme’ senza sviluppo e di ‘cambiamento’ senza avanzamento”

È il caso – affermano i sindacati - della legge 107, che tende a ridimensionare fortemente gli spazi di partecipazione e cooperazione. “Di questa legge – scrivono ancora i sindacati - emergono ogni giorno evidenti errori e carenze, spesso fonte di vere e proprie iniquità. Ma il danno più grave è la compromissione di un equilibrio fra poteri e competenze delle diverse figure operanti nella scuola dell’autonomia, equilibrio che affermatosi e consolidatosi attraverso pratiche partecipate e condivise di progettazione e gestione dell’attività educativa e didattica ne costituisce da sempre uno dei fattori determinanti di efficacia”. 

Tra gli aspetti della norma più criticati dai sindacati ci sono “l’enfasi posta sui poteri del dirigente, innescando possibili conflitti con prerogative e attribuzioni di altri soggetti; gli stimoli a una più marcata concorrenzialità fra i docenti spacciata per incentivo al miglioramento delle performance; le procedure di una loro chiamata diretta; il depotenziamento delle sedi di confronto e contrattazione, alle quali vengono sottratte indebitamente materie e competenze; l'irresponsabile esclusione dal piano di stabilizzazioni del personale Ata, dei docenti dell’infanzia e di tanti precari che hanno maturato il diritto alla stabilità sancito dalla sentenza della Corte di giustizia europea; una valutazione dei dirigenti scolastici che li assoggetta ai decisori politici incidendo anche sulla loro retribuzione; la mancanza di un piano di investimenti pubblici in linea con la media dei Paesi OCSE; il frequente intreccio fra poteri di indirizzo e di gestione, che dovrebbero rimanere su piani ben distinti”. 

I sindacati annunciano che sugli aspetti di incostituzionalità della nuova legge, “in primis quelli che appaiono lesivi della libertà di insegnamento”, si stanno già attivando “le necessarie azioni di impugnativa in sede legale”. Ma nel frattempo “vanno sanate le profonde ingiustizie create da un piano di stabilizzazioni rivelatosi alla prova dei fatti estremamente confuso e di corto respiro”. Per questo i sindacati della scuola chiedono l'apertura di un confronto politico con la Ministra Giannini, “prima di procedere alla fase C del piano di assunzioni”. 

Al contempo, come detto, l’obiettivo delle organizzazioni dei lavoratori è quello di recuperare spazi di confronto, negoziato e contrattazione, ad ogni livello, “sia per rilanciare l’obiettivo, non più eludibile, di una giusta e doverosa valorizzazione, normativa ed economica, di tutti i profili professionali”, sia per “sostenere attivamente processi di crescita in qualità ed efficacia della scuola pubblica”. 

La stagione di un rinnovo contrattuale nazionale “deve aprirsi immediatamente”, avvertono i sindacati, anche alla luce del recente pronunciamento della Corte Costituzionale. Non sarebbe tuttavia sufficiente fare di questo appuntamento il mero adempimento di un obbligo: “Occorre che tutti, a partire dal governo, lo colgano e lo vivano come una straordinaria opportunità. Perché investire sulla cultura è promozione di futuro”. 

L'assemblea delle Rsu di venerdì 11 settembre rappresenta l'avvio di questo percorso che si snoderà per tutto il personale docente, ATA e dirigente attraverso azioni territoriali cui seguirà, oltre a quanto potrà essere attivato in ambito regionale, una giornata di mobilitazione nazionale nel mese di ottobre.