“Il piano di riorganizzazione della rete ospedaliera è frutto di un serrato confronto ed è un atto di coraggio di tutti gli attori che hanno partecipato al tavolo che permetterà di dare risposte al bisogno di salute. Perché questo avvenga, però, bisognerà realizzare un’adeguata medicina del territorio, senza cui ospedali e pronto soccorso resteranno impropriamente affollati per patologie curabili altrove”. Lo dicono Mimma Argurio, della segreteria regionale Cgil e Renato Costa, responsabile della Cgil medici, a proposito del piano regionale per gli ospedali, aggiungendo che “altra condizione fondamentale è la rivisitazione della rete di emergenza e urgenza del 118, oggi inadeguata rispetto alle esigenze, che dovrà anche essere dotata di organico proprio, in modo da garantire la necessaria continuità assistenziale”.

Argurio e Costa specificano che “su questi temi il sindacato vigilerà. Il nostro auspicio è che  il confronto governo- confederazioni sindacali riprenda subito”. Sulla rete ospedaliera i due esponenti sindacali specificano che “avendo come confini il decreto Balduzzi, alcune scelte sono state obbligate. È stato tuttavia possibile aumentare i Dea di primo e secondo livello (Dipartimenti di emergenza e accettazione), tenere aperti piccoli ospedali, favorire le zone disagiate, mantenere ospedali in zone particolari come Priolo e Niscemi, sedi del petrolchimico e del Muos. Adesso bisogna lavorare per realizzare le altre con condizioni che abbiamo indicato, in modo da dare concreta ed effettiva risposta al bisogno di salute”.