“Oggi abbiamo una parte consistente del mondo del lavoro in cui la condizione lavorativa, anche a tempo pieno, è una condizione di povertà. Il primo problema che ci si pone davanti è dunque questa dissociazione tra l'essere nel mondo del lavoro con una condizione dignitosa o l'esserci senza. Allora per affrontare il tema della rappresentanza dobbiamo discutere della necessità di un modello che tenga conto di questa situazione”. Lo ha detto Susanna Camusso, segretario generale Cgil al convegno sulla rappresentanza sindacale, i consigli di fabbrica e la loro lezione per il futuro, organizzato dall'associazione Pio Galli e dalla Fiom. Qui il Podcast dell'intervento su RadioArticolo1.

“Il nostro obiettivo - ha spigato il segretario Cgil - è essere in grado di rappresentare queste diversità. E' quindi solo un problema di lettura? No,non credo. Credo che sia sostanzialmente cambiata la dimensione dei rapporti di potere nella contrattazione. Questa è la sfida che abbiamo davanti, che è anche una sfida di rilettura del contratto nazionale e dei contratti di secondo livello, della contrattazione articolata”.

“Oggi – ha concluso Camusso - il modello di rappresentanza, anche nei punti più avanzati e più formalmente dal punto di vista delle regole democratiche, rappresenta sempre più una piccola parte di quello che si agita nei luoghi di lavoro. Le risposte che spesso diamo, in realtà, sono forme di solidarietà esterne alla rappresentanza diretta di quei lavoratori e di quelle lavoratrici. Anche perché, dobbiamo dircelo, in tanti casi non li vediamo. Anche se sono materialmente visibili non riusciamo a vederli dal punto di vista della rappresentanza. Dare una rappresentanza a questi lavoratori è la sfida che il sindacato ha davanti a sé”.