Adesione altissima allo sciopero dei dipendenti Rai di oggi (11 giugno) per la difesa del servizio pubblico. In nessuna unità produttiva meno del 65%, con punte fino al 90% e con una media nazionale di oltre il 75%. Presidi si sono tenuti in tutte le Sedi Regionali e da molte, fanno sapere dalla Slc Cgil, “è venuta la solidarietà dei Comitati di Redazione, segno, questo, che anche il sindacato dei giornalisti dovrà riflettere sulle proprie posizioni”. "Le piazze accese dai lavoratori per non spegnere il servizio pubblico uniscono l'Italia", è la metafora scelta dai sindacati per illustrare il senso della protesta.

Lo sciopero è stato indetto dalle sigle sindacali di categoria Slc Cgil, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni, Snater, Libersind Conf Sal contro il taglio di 150 milioni previsto dal DL 66/2014. Quattro almeno i punti salienti della protesta, sintetizzati nel volantino comune: il prelievo di 150 mln di euro mette a rischio il servizio pubblico e la tenuta occupazionale, non elimina sprechi o inefficienze che pure esistono, “che abbiamo denunciato per primi e contro i quali lottiamo da tempo”, affermano i sindacati; “la pretesa – prosegue il documento - di 150 mln di euro, quando lo Stato è in debito verso la RAI di oltre un miliardo è solo un metodo illegittimo per prelevare soldi dalle tasche degli abbonati; scegliere di fare cassa attraverso la (S)vendita di RAI WAY colpisce al cuore l’azienda così come è avvenuto per troppe grandi aziende italiane, favorirà la privatizzazione del profitto, scaricando inevitabilmente le perdite sulla collettività; lo squilibrio dei conti che deriva dalla richiesta dei 150 mln di euro sta già producendo effetti sull’occupazione: dal blocco delle stabilizzazioni dei precari all’annunciato ridimensionamento degli organici”.

"Oggi abbiamo dato un segnale forte e determinato dei lavoratori del servizio pubblico che hanno presidiato 22 piazze in tutta Italia, attraverso iniziative collocate davanti alle diverse sedi aziendali o con cortei che sono giunti, a Milano, davanti all’Expo gate a Piazza Cairoli (simbolo di veri sprechi e ruberie), a Torino, davanti alla sede del Consiglio Regionale in Piazza Castello, mentre i lavoratori di Napoli hanno abbracciato l’azienda con una catena umana". Si legge in una nota dei sindacati promotori.

"Il punto di raccolta più grande è stato quello di Roma, dove davanti alla sede storica di Via Teulada, sotto la grande antenna della Rai, si sono raccolte costantemente per più di 3 ore di presidio ben 500 persone, scrivono ancora i sindacati che segnalano anche favorevolmente, "nonostante il ritiro dello sciopero da parte dell’UsigRai, sindacato dei giornalisti, la partecipazione di tanti di essi, sia attraverso lettere di solidarietà e condivisione sia attraverso la partecipazione fisica ai presidi".

“Sarebbe davvero opportuno che il Governo assumesse la mobilitazione di oggi come un elemento per aprire davvero una riflessione sul futuro del servizio pubblico Radio Televisivo e non si trincerasse dietro vuote, quanto generiche e strumentali schermaglie dialettiche su sprechi e privilegi – ha affermato il segrtario Slc Cgil Massimo Cestaro - .Chi ha scioperato oggi vuole una azienda pulita, efficiente e trasparente che torni ad essere il principale crocevia della cultura e dell’informazione nazionale ed internazionale”.

Nel frattempo, sempre oggi, il presidente della Rai, Anna Maria Tarantola
, in commissione Vigilanza Rai ha risposto a una domanda sulla possibile privatizzazione della Tv pubblica: "Non ho alcuna indicazione su una privatizzazione della Rai." Tarantola ha ribadito che la perdita attesa "è di 162 milioni già a partire da settembre con una riduzione del capitale netto al di sotto di un terzo. Tra le azioni prese in considerazione c'è la vendita di una quota di Raiway con cui questo problema si dovrebbe risolvere. Intraprenderemo tutte le azioni necessarie per garantire la continuità aziendale".

“Il processo di risanamento, di cui la Rai ha bisogno – ha ribadito, però, il leader Slc Cestaro - non potrà mai essere realizzato contro la parte migliore dell’azienda. Auspico che il cda, convocato per domani, sappia utilizzare la mobilitazione di oggi per svolgere fino in fondo il suo ruolo di tutela dell’Azienda che ha il dovere di difendere. Mi permetto, infine, e col massimo rispetto, di invitare le redazioni dei Tg a fornire informazioni più complete sulle iniziative sindacali: la Rai è una azienda di produzione larga e complessa che si estende ben oltre il perimetro dei suoi giornalisti”.