"L'abolizione dell'Irap per le nuove imprese, che la giunta regionale intende introdurre nella legge di bilancio 2011, è un provvedimento da valutare attentamente per evitare distorsioni ed effetti che vadano in direzione opposta agli intenti che si vogliono perseguire". E' quanto afferma in una nota il segretario generale della Cgil Puglia, Giovanni forte.

"Se da un lato
- spiega il segretario - appare condivisibile lo sforzo di favorire la nascita di nuove imprese e principalmente il rafforzamento della capacità attrattiva di nuovi investimenti, dall'altro non si può pensare di allargare eccessivamente le maglie senza porre le dovute condizioni. Intanto perché, com'è risaputo, le risorse provenienti dal gettito Irap sono utilizzate per finanziare la sanità. E in questa fase, in cui la Regione è alle prese con un piano di rientro fin troppo pesante e con ristrettezze di bilancio dall'impatto devastante, c'è già da mettere in conto - continua - una riduzione del gettito per effetto della crisi che investe il sistema produttivo e che andrebbe considerata con estrema attenzione".

Secondo Forte
"occorrono pertanto clausole antielusione che evitino intanto l'accesso ai benefici di aziende che si trasformano con un impatto occupazionale uguale a zero. Nei fatti, sarebbe paradossale che la trasformazione in newco (vedi il caso Fiat Pomigliano) rendesse attivabile l'esenzione totale dall'Irap. Insomma, bisognerebbe evitare che alla nascita di nuove imprese ne corrispondesse la moria di altrettante".

"Inoltre, occorre introdurre
- conclude il sindacalista - una soglia di accesso riferita alla quantità e alla qualità dell'occupazione prodotta. L'obiettivo non può essere limitato a favorire la crescita di nuove imprese, ma anche e fondamentalmente alla creazione di nuova occupazione. Un'occupazione stabile che deve far riferimento a rapporti di lavoro a tempo indeterminato. Altrimenti che senso avrebbero i ripetuti quanto condivisibili appelli del presidente Vendola alla lotta alla precarietà, se poi non si assumono impegni che ne limitino la proliferazione?".