Due manifestazioni in calendario per questa settimana, una terza in arrivo. Medici, prof e poliziotti sul piede di guerra contro il governo che - il ragionamento è più o meno simile per i tre settori - tra legge di stabilità e spending review penalizza i lavoratori pubblici per fare cassa nel modo più rapido e semplice.

La protesta che fa più notizia è quella dei docenti. Una mobilitazione che "andrà avanti", fa sapere oggi (22 ottobre) il segretario generale della Cgil scuola, Mimmo Pantaleo, anticipando l'intenzione di occupare gli uffici scolastici regionali e dicendosi disponibile a una manifestazione unitaria con gli altri sindacati del settore. "Il governo Monti e il ministro Profumo - afferma il sindacalista - non possono continuare a devastare l'istruzione pubblica e poi stanziare 223 milioni di euro alle scuole paritarie. La spending review e la legge di stabilità sono inique e segnano una sostanziale continuità con le politiche regressive del precedente governo". La settimana scorsa si sono mossi anche i leader della scuola di Cisl, Uil, Snals e Gilda, con una lettera ai segretari di Pdl, Pd e Udc per chiedere un confronto urgente sulla legge di stabilità.

Martedì 23 ottobre scende in piazza il comparto sicurezza con manifestazioni a Roma davanti ai ministeri degli Interni, della Giustizia e dell'Agricoltura. "Contro un governo arrogante, che oltre a non voler comprendere il ruolo della sicurezza nel paese, non conosce il lavoro di poliziotti, militari e vigili del fuoco, e si ostina a non ascoltarli negando il confronto". Così i sindacati della categoria in una nota unitaria. Alla base della protesta c'è "l'iniqua riforma del sistema previdenziale che costringe uomini e donne in uniforme a fronteggiare ogni situazione di pericolosa emergenza ben oltre i 62 anni di età". A questo "si aggiunga la legge di stabilità, con cui l'esecutivo conferma il blocco del turn-over e il taglio di 18mila posti per le forze di polizia".

E sabato mattina sarà la volta dei camici bianchi. "Diritto alla cura, diritto a curare" è il tema della manifestazione nazionale unitaria nella capitale, con un corteo che sfilerà da piazza della Repubblica fino al Colosseo. Ci saranno medici, veterinari, psicologi, biologi, farmacisti e sociologi. "La sanità - affermano i sindacati - è diventata il settore più bersagliato dai tagli indiscriminati, sia perché fa parte del pubblico impiego, sia perché è considerata un contenitore di spesa eccessiva e ingiustificata. Ma intanto aumenta il ticket a carico dei cittadini e sale il carico fiscale, mentre calano la quantità e la qualità dei servizi erogati".

Un sistema pubblico "povero per i poveri" è quello che s'intravede secondo i sindacati. "La crisi dei Pronto soccorso - affermano - non è finita solo perché è scomparsa dalle prime pagine dei giornali. E i carichi di lavoro non sono diventati meno pesanti perché le aziende, pur di risparmiare, negano i servizi. Sono ormai decine di migliaia i medici e dirigenti sanitari nel sistema pubblico con contratti atipici, spesso di breve durata, ma di lungo corso".