Combattere il precariato nell'ambito degli appalti, tutelando i lavoratori e la concorrenza imprenditoriale. Questo è l'obiettivo del protocollo d'intesa tra Città di Torino e sindacati (Cgil, Cisl e Uil), approvato dalla giunta comunale torinese. Tra i primi del genere in Italia, il protocollo contiene azioni di intervento negli appalti ad alta densità di manodopera, tra cui l'adozione di una clausola sociale innovativa diretta ad assicurare, nel pieno rispetto della normativa nazionale ed europea e dei princìpi di concorrenza e libertà d'impresa, la tutela dei posti di lavoro, la continuità retributiva, contributiva e d'inquadramento giuridico dei lavoratori coinvolti nel cambio d'appalto, così da garantirne anche la conservazione dei diritti acquisiti.

Il documento prevede inoltre l'adozione, nei prossimi mesi, di due ulteriori protocolli. Il primo, cui ci si augura possano partecipare anche le associazioni datoriali, intende promuovere il principio dell'etica e della responsabilità sociale delle imprese attraverso la costituzione di un albo, tenuto dalla Città, rivolto agli operatori economici che intendano assicurare ai loro lavoratori condizioni di lavoro di miglior favore rispetto a quanto già previsto dalla normativa e dal contratto nazionale applicato. All'iscrizione all'albo, di natura volontaria, il Comune connetterà un sistema premiale che potrà tradursi nell'attribuzione di un punteggio nelle gare aggiudicate con il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa.

Il secondo protocollo, che agirà nell'ambito delle gare aggiudicate con il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa, avrà il compito di individuare nella valutazione tecnica specifiche voci di punteggio premianti per garantire alti standard qualitativi dell'organizzazione del servizio, attraverso la continuità e l'esperienza acquisita dal personale. A seguito del confronto avuto con i sindacati, inoltre, la Città ha adottato una linea interpretativa della normativa in vigore (la cosiddetta “legge Biagi”), diretta ad assicurare ai lavoratori nel cambio d'appalto le stesse garanzie riconosciute dalla legge nella cessione d'azienda e dunque la piena conservazione del posto di lavoro e dei diritti acquisiti, in piena armonia con le più recenti posizioni della Commissione europea.