Alle acciaierie ex Lucchini, ora Aferpi, di Piombino è stato il giorno dello sciopero. Quattro ore, alla fine di ogni turno. L'astensione dal lavoro, proclamata da Fim, Fiom e Uilm, è stata accompagnata da una manifestazione e da un corteo conclusi con gli interventi sul palco di piazza Gramsci dei segretari nazionali delle tre sigle sindacali Sandro Pasotti, Maurizio Landini e Mario Ghini.

I sindacati, nell'incontro al Mise dello scorso 30 novembre, hanno chiesto risposte certe da parte di Aferpi sull'incremento dei livelli occupazionali e sull'avvio delle demolizioni, e al ministero dello Sviluppo sulla necessità di sbloccare il pagamento del trattamento di fine rapporto per tutti i lavoratori di Aferpi. Risposte che, sempre secondo i sindacati non si sono concretizzate e hanno portato a confermare lo sciopero di oggi.

Ma la preoccupazione, soprattutto nella base operaia, cresce ormai da settimane. Lo sciopero è stato indetto a novembre: “Valutiamo con preoccupazione il ritardo nell’attuazione del piano industriale – spiega una nota sindacale -, che ha ricadute sui lavoratori e sulle prospettive del sito siderurgico. Accanto ai ritardi registriamo la necessità di dare piena operatività a quanto previsto nel verbale di riunione al ministero dello Sviluppo economico dell’8 ottobre, compresa la questione dell’energia che è strategica sia per il sito Aferpi, Arcelor Mittal, Tenaris e le altre aziende del territorio. Inoltre va affrontato e risolto da parte delle istituzioni il tema degli ammortizzatori sociali per le aziende in appalto”.

"Il messaggio che dobbiamo mandare e che deve essere chiaro è che è finito il tempo delle chiacchiere e che servono atti molto concreti". Lo ha detto Landini a Piombino (Livorno) durante lo sciopero. "E' dal 2008, da quando è cominciata la crisi, che vi state battendo - ha proseguito Landini - e non c'è solo oggi in piazza la ex Lucchini, oggi in piazza c'è Dalmine, c'è la Magona, c'è tutto il territorio e ci sono tutte le aziende dell'indotto: è dal 2008 che vi state battendo e ci stiamo battendo perché si possa continuare ad avere un sistema industriale degno di questo nome".

"E allora – prosegue il leader Fiom -, siccome noi questa battaglia la vogliamo portare in fondo, e se siamo ancora qui e se stiamo discutendo non di chiusure, ma di impegni che devono essere fatti per fare investimenti e per rilanciare, mi permetto di dire: certo ringraziamo tutti, governi che sono passati, le istituzioni, ma penso che un ringraziamento vada fatto a noi che siamo ancora qui a batterci per difendere il nostro lavoro. E se siamo tutti assieme oggi, tutte le organizzazioni sindacali sono qui, in anni che sono stati difficili anche con diversità e divisioni che abbiamo avuto, ma se siamo ancora qui assieme perché la difesa del lavoro è il punto centrale io credo che questo debba essere il messaggio che vogliamo mandare a tutti".