Ancora una volta il futuro della robotica passa per Piombino. La città, colpita dalla dura crisi dell'acciaio di Aferpi che sembra non darle tregua, ospiterà dal 15 al 23 settembre l'European Robotics League, definito la Champions League della robotica. Novanta ore di gare in nove giorni, tutte aperte al pubblico, a cui si affiancheranno conferenze, dimostrazioni, laboratori e giochi per bambini, per cercare di coinvolgere l'intera cittadinanza.

La città toscana raccoglie di fatto il testimone del Festival della Robotica, altro importante evento dedicato all'innovazione e terminato a Pisa lo scorso 13 settembre. “Siamo soddisfatti di aver portato a Piombino questa gara che, accanto al tema dell’innovazione scientifica, coniuga la capacità di attrarre sul territorio molti giovani provenienti da diversi Paesi, dando di fatto una boccata d'aria nuova, anche se per un breve periodo – afferma Gabriele Ferri del Centro Nato per la Ricerca Marittima e la Sperimentazione della Spezia, direttore tecnico della manifestazione -. In tal senso, cercheremo di riproporre anche quest’anno una serie di eventi collaterali che coinvolgano la cittadinanza, oltre a mettere in circolo collaborazioni con le scuole e l’associazionismo. La gara poi non sarà fine a se stessa, ma tutti i dati raccolti e i lavori sui robot saranno open source, disponibili quindi per l'intera comunità scientifica, per sviluppare in modo collaborativo mezzi sempre più efficienti e in grado di intervenire nelle situazioni più drammatiche”.

Piombino non è nuova al tema della robotica. La cittadina, nel 2015, aveva ospitato euRathlon Grand Challenge, prima gara al mondo di robotica multi-dominio, organizzato sempre dal Cmre. Questa è invece la prima edizione dell'evento finanziato dalla Commissione europea nell'ambito del programma Horizon 2020 e organizzato dal Centro Nato per la Ricerca Marittima e la Sperimentazione, col patrocinio del ministero dell’Ambiente, della Regione Toscana, della Provincia di Livorno e del Comune di Piombino. La gara proporrà uno scenario in questi giorni purtroppo familiare. Le immagini degli uragani che hanno devastato i Caraibi e parte del sud degli Usa, e quelle ancor più vicine di Livorno sommersa dal fango, sono più vive che mai e ci fanno riflettere su quanto sia sempre più necessario trovare mezzi più efficaci in grado di far fronte a certi eventi.

Lo scenario catastrofico è ambientato in una zona industriale dismessa, l'ex centrale Enel di Tor del Sale, dove una calamità naturale, come un terremoto o un'inondazione, ha causato il danneggiamento di un'ipotetica centrale nucleare, con la conseguente fuoriuscita di radiazioni. Uno scenario che ricorda quanto avvenuto a Fukushima nel 2011, ma che, radiazioni a parte, rimanda drammaticamente a quello a cui abbiamo assistito in questi giorni.

Gli oltre 40 robot, gestiti dai 14 team in gara provenienti da tutto il mondo, dovranno intervenire per mare, cielo e terra per salvare le persone intrappolate, fornendo loro kit di pronto soccorso, e capire e risolvere la situazione creatasi per evitare un disastro. È presente anche un team totalmente italiano, che con l'Università di Firenze mette in campo FeelHippo, un robot subacqueo, e GrifOne, un drone aereo, e la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa che partecipa con Husky, un veicolo terrestre. Le altre tredici squadre provengono da sedici università, aziende e consorzi di otto diversi paesi, di fatto i maggiori centri di ricerca a livello mondiale: in tutto centotrenta tecnici e ricercatori di tredici diverse nazionalità.

Ma non sarà solo la gara la protagonista di queste giornate di robotica; intorno alla zona del “disastro” ci saranno i tendoni delle squadre e stand di ricercatori universitari ed esperti pronti a rispondere alle domande e coinvolgere il pubblico. Nei nove giorni saranno presentati anche tre importanti progetti europei nei quali sono impegnati centri di ricerca e università italiane: Walk-Man, il robot antropomorfo dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova; Sherpa, che sta sviluppando un sistema di salvataggio in montagna con l’uso di robot aerei e terrestri e Tradr, un progetto per la ricerca e il salvataggio in zone colpite da disastro, utilizzato anche ad Amatrice dopo il sisma. I robot Tradr saranno anche presenti in metallo e bulloni, testimoniando la loro importanza nei soccorsi dopo il terremoto nel centro Italia.