Adesione totale allo sciopero proclamato da Rsu e sindacati alla Perugina. I lavoratori della fabbrica di proprietà della multinazionale Nestlè hanno incrociato oggi le braccia per due ore, prima nel turno di notte, e poi in mattinata, dalle 10 alle 12. Nel pomeriggio le ultime due ore di sciopero. Durante la mattinata c'è stato anche un un corteo lungo le strade di San Sisto e poi un presidio ai cancelli della fabbrica. A motivare la protesta è l'idea della multinazionale di tagliare l'orario da 40 a 30 ore, in cambio dell'assunzione di un figlio, ma sempre con contratto flessibile.

“La straordinaria partecipazione allo sciopero e alla manifestazione di oggi – ha detto Michele Greco, coordinatore della Rsu – ci dà la forza per andare a discutere con Nestlè delle questioni che stanno veramente a cuore alle lavoratrici e ai lavoratori. Questioni come quella del rafforzamento del centro decisionale su Perugia, che deve diventare il vero riferimento della divisione dolciaria in Italia. E poi – ha aggiunto Greco - di crescita, investimenti e volumi, gli unici fattori realmente in grado di offrire prospettive di stabilizzazione e buona occupazione”.

“Siamo qui per ribadire a Nestlè che le lavoratrici e i lavoratori della Perugina sono compatti nel respingere provocazioni e attacchi ai diritti da parte della multinazionale – hanno aggiunto i rappresentanti di Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil, Sara Palazzoli, Angelo Manzotti e Daniele Marcaccioli – vogliamo che la multinazionale torni al tavolo con proposte serie e di prospettiva, mettendo da parte le provocazioni mediatiche. La vera questione che ci sta a cuore è il rilancio di San Sisto, che si fa portando a Perugia volumi e produzioni contro-stagionali, che permettano di lavorare tutto l'anno e dare così prospettive occupazionali serie alle lavoratrici e ai lavoratori e soprattutto alla nuove generazioni”.

Anche la Cgil regionale dell'Umbria "esprime piena soddisfazione per la grande riuscita della manifestazione e dello sciopero indetto dai lavoratori della Perugina e da Fai, Flai e Uila". Lo afferma in una nota il segretario generale Mario Bravi. "La risposta è stata netta e chiara: no allo scambio tra diritti e condizioni di lavoro e a un fantomatico quanto inesistente patto tra padri e figli".

"La Nestlè - osserva Mario Bravi - non può pensare di passare dalla flessibilità contrattata alla flessibilità selvaggia. Le condizioni della nostra regione costituiscono una ragione in più per indurre la multinazionale a discutere di investimenti, espansione dei volumi produttivi e innovazione di prodotto. Tutto il resto è inaccettabile. Per questo la manifestazione di oggi ha parlato alla città di Perugia ma anche a tutta la regione dell’Umbria".