La lunga vertenza Perugina è arrivata a un punto di approdo: ieri, 23 maggio, nella sede di Confindustria a Perugia è stato infatti siglato da sindaci e Rsu con la multinazionale l'accordo sul "riequilibrio occupazionale" ostinatamente preteso da quest'ultima "per rendere sostenibile e competitivo" lo stabilimento di San Sisto (Perugia). 

La fabbrica continuerà a dare lavoro a tempo indeterminato a 613 persone (prima erano 850). L'accordo non prevede né licenziamenti né proroghe della cassa integrazione in scadenza a giugno: per ognuno dei 364 esuberi dichiarati è stata trovata una soluzione concordata con l'azienda, tra ricollocazioni interne ed esterne, esodi volontari e prepensionamenti. Sono 146 le persone incentivate all'esodo, 35 i prepensionamenti, poi una ricollocazione in un'altra azienda con l'incentivo di Nestlè; tutti gli altri saranno ricollocati in azienda: 10 nel gruppo Nestlè al di fuori di San Sisto e 172 a Perugia, con contratto part-time semestrale a tempo indeterminato.  

"È stata una vertenza difficile - ha detto Michele Greco, segretario della Flai Cgil Umbria, all'Ansa dopo la firma in Confindustria - e noi abbiamo fatto di tutto per salvaguardare i posti di lavoro". "Prendiamo atto del fatto che oggi troviamo una 'quadra' sul piano sociale - ha aggiunto - ma abbiamo perso 180 posti di lavoro, riuscendo a salvaguardarne in maniera parziale altrettanti. Un impatto pesante". "Resta tutta aperta - ha continuato il segretario della Flai Cgil Umbria - la questione relativa al piano industriale e alla strategia rispetto al cioccolato. Abbiamo per questo chiesto un incontro all'azienda, entro metà giugno, per avere un quadro sulle prospettive di rilancio dello stabilimento".