Per due italiani su tre - il 64% della popolazione - il Jobs Act di Matteo Renzi non farà crescere l'occupazione nei prossimi mesi. Lo afferma la ricerca realizzata dall'istituto Tecné e dall'Associazione Bruno Trentin presentata oggi, 20 ottobre, dalla Cgil in vista della manifestazione nazionale di sabato prossimo a Roma. L'indagine (condotta tra il 10 e il 13 ottobre) non dovrebbe stupire il governo - osservano ironicamente da Corso d'Italia - visto che nella Nota di aggiornamento al Def di pochi giorni fa è l'esecutivo stesso ad ammettere che nel 2018 il tasso di disoccupazione sarà ancora altissimo, cioè 11,8% (oggi è al 12,6).


Tornando ai temi della manifestazione, il 70% degli italiani giudica positivo lo slogan "Lavoro, dignità, uguaglianza, per cambiare l'Italia”, osserva il segretario generale Susanna Camusso evidenziando i dati che sono in realtà basati su due campioni, uno che riguarda l'intera popolazione, l'altro solo gli iscritti alla Cgil. La percentuale di chi esprime un giudizio positivo alla piattaforma sale al 79% tra chi ha in tasca la tessera sindacale. Un altro dato da sottolineare, osserva Fulvio Fammoni dell'Associazione Trentin, “è che la percentuale di popolazione in disaccordo con la Cgil non supera mai il 40 per cento”.

“Il consenso rispetto allo slogan ci fa molto piacere - commenta Camusso - perché secondo noi c'è un'altra strada per cambiare l'Italia e significa dare attenzione in primo luogo al lavoro". Per il leader della Cgil, il sondaggio mostra che le organizzazioni sindacali non sono qualcosa di inutile, ma “l'unica barriera alla frantumazione del corpo sociale e all'idea di divisione, di tutti contro tutti”.

Secondo l'indagine, poi, il 54% degli italiani (percentuale che sale al 75 tra gli iscritti) ritiene che sia meglio estendere le tutele, perché ridurle non favorisce l'occupazione. Il 64% (70% iscritti) ritiene che la delega al governo per riformare il mercato del lavoro non farà crescere l'occupazione. Il 51% (74% iscritti) è d'accordo con il sindacato nel ritenere che i rapporti di lavoro devono continuare ad essere a tempo indeterminato e la flessibilità deve essere limitata nel tempo.

Il 55% (79% tra gli iscritti), infine, si dice d'accordo con la proposta di estendere la cassa integrazione e di dare l'indennità di disoccupazione a tutti, con una durata rapportata agli anni effettivamente lavorati. L'80% è pessimista sulle prospettive occupazionali: il 55% pensa che la disoccupazione aumenterà ancora nei prossimi 12 mesi, solo il 25% ritiene che non peggiorerà restando sui livelli attuali. (mm)