Il tema previdenziale è al centro del futuro del paese. Ma, nonostante l’importanza cruciale di questo nodo, non si capisce bene cosa il governo voglia davvero fare. Così Vera Lamonica, segretaria confederale della Cgil, nel corso del suo intervento di questa mattina su RadioArticolo1 nel corso della trasmissione “Italia Parla” nella quale, tra le altre cose, boccia anche la proposta Boeri per “supportare” gli ultracinquantenni che perdono il lavoro (qui il podcast).  

Ma il tema delle pensioni è anche collegato a quello dei giovani: “Siamo sicuri che il fatto che l’Italia abbia il primato europeo della disoccupazione giovanile e, contemporaneamente, la legge sulla previdenza più rigida d'Europa non siano questioni collegate tra di loro? È evidente che se si vuole dare una spinta all'occupazione giovanile anche la questione previdenziale, anche se certamente non da sola, va affrontata”.

Il secondo tema importante riguarda i lavoratori di età avanzata: “Se è vero “che le politiche dell'invecchiamento attivo presuppongono che si possa in alcuni settori lavorare fino a 70 anni, rimane però il fatto che molte delle attività delle persone non sono compatibili con questo orizzonte di età”. Il riferimento non è solo ai lavori usuranti ma a “tanti altri mestieri e professioni gravose”.

Poi c’è, come detto, la questione sollevata anche dal presidente dell’Inps sulla quota sempre più importante di disoccupazione che riguarda gli ultracinquantacinquenni. “E qui Boeri – ha commentato la sindacalista –, indica una questione vera, anche se non condividiamo la soluzione proposta. Tutti questi temi, in goni caso, il governo li avrebbe dovuti affrontare nella legge di stabilità, ma non ha inteso farlo”.

In questi anni per Lamonica “si è rotto il patto di solidarietà interno al sistema previdenziale. L’attuale sistema contributivo puro, che si tende a rafforzare in tante proposte, comprese quelle di Boeri, e di tipo assicurativo – prendo quello che ho versato – uccide ogni forma di solidarietà interna al sistema previdenziale e pone un problema enorme: le giovani generazioni, e in generale i lavoratori discontinui e precari, non sanno se avranno mai una pensione”. Dobbiamo, per la dirigente della Cgil, “ricostruire un quadro di solidarietà interna, e su questo Boeri ha ragione. Il problema è che il presidente propone l’idea che tutto ciò che non è contributivo è una specie di privilegio, cioè qualcosa a cui si dovrebbe rinunciare come unica via per una solidarietà possibile”. Per la Cgil, se si vuole ricostruire un sistema solidale “va posto, semmai, il tema di porre un tetto alle pensioni alte: questo è corretto e giusto, a differenza del ricalcolo contributivo delle pensioni, che noi escludiamo anche perché ha evidenti profili di incostituzionalità”. 

La segretaria confederale della Cgil boccia anche gli emendamenti alla legge di stabilità di cui si parla in questi giorni e che riguarderebbero il “prestito pensionistico” e la staffetta generazionale. “Di prestito pensionistico si discute da anni – ha detto –: tutto ci può stare in un ragionamento di insieme, ma le cose fatte così, a pezzettini e senza una visione globale rischiano di creare più problemi di quanti non ne risolvano. Sono misure dettate dalla disperazione. È chiaro che di fronte a lavoratori costretti a lasciare il lavoro, tutto può sembrare una risposta. Ma introdurre il prestito significherebbe condannare le persone a vivere per anni, prima della pensione, con un reddito da sussidio, e poi, in prospettiva, a vedere decurtata la propria pensione”.