La petizione unitaria contro i tagli ai patronati contenuti nella legge di Stabilità ha superato la soglia delle 100 mila adesioni on line, attraverso il sito istituzionale dell'Inca. “Un risultato straordinario – si legge sul sito del Patronato della Cgil - a cui vanno aggiunte le numerose firme raccolte con i moduli cartacei dalle strutture del patronato della Cgil territoriali. Non è esagerato stimare, perciò, che il sostegno pervenuto all'Inca abbia abbondantemente superato le 100 mila firme. Un fiume in piena inarrestabile che continua ad affluire senza interruzione”.

La presidente dell'Inca, Morena Piccinini, ringrazia “tutti coloro che stanno firmando la petizione” e “che sono con noi ai presidi davanti all’Inps, all’Inail e alle prefetture; che con il loro affetto e la loro volontà vogliono difendere il Patronato e tutte le persone che giorno per giorno rispondono con dedizione e impegno alle tante richieste di tutela. Sono loro il nostro patrimonio umano che ha capito che non siamo noi la casta da combattere”.

Il 15 novembre ci sarà una giornata di mobilitazione per iniziativa del Ce.Pa. (il coordinamento che raggruppa i principali patronati Acli, Inas, Inca e Ital) con iniziative unitarie in tutte le province italiane e con manifestazioni regionali. Nelle principali piazze saranno allestiti stand e si terranno incontri pubblici, con l'intento di sensibilizzare l'opinione pubblica.

La protesta, che sta ricevendo anche attestati di solidarietà da parte di parlamentari e di istituzioni, quali Inps e Inail, continuerà “finché il Governo non si impegnerà a cancellare la norma che prevede una riduzione di 150 milioni di euro del fondo Patronati, pari a circa il 35 per cento delle risorse complessive ad esso destinate”, si legge in una nota congiunta dei patronati.

I patronati lanciano l’allarme su dei tagli che, se confermati, “cancelleranno il diritto di ogni persona ad avere l'assistenza previdenziale e socio-assistenziale gratuita garantita da questi istituti”. “Inoltre – continua la nota - il numero di coloro che rischiano di perdere il lavoro si attesta attorno al 70% degli organici complessivi dei vari patronati, ovvero migliaia e migliaia di persone”.

“La sottrazione delle risorse al fondo patronati, se approvata così com'è, si tradurrebbe in un'altra tassa occulta ai danni delle persone socialmente più deboli costrette, dietro pagamento, a rivolgersi al mercato selvaggio di sedicenti consulenti, che operano senza alcun controllo e senza regole. Infatti – ricordano ancora i patronati - , mentre i lavoratori e le lavoratrici dipendenti continueranno a pagare integralmente i contributi previdenziali all'Inps, lo Stato incamererà la quota oggi destinata alla tutela gratuita per destinarla ad altri scopi non precisati. Il Governo, quindi, finirà per appropriarsi di soldi che sono dei lavoratori senza specificarne l'utilizzo. Una beffa a cui si aggiunge un danno economico serio che aggraverà le già precarie condizioni di coloro che pagano con la disoccupazione e la povertà le conseguenze di una crisi gravissima”.