“Abbiamo affrontato vari capitoli, il confronto continuerà”. Questo il primo commento del segretario confederale della Cgil, Tania Scacchetti, al vertice di oggi (martedì 5 settembre) tra governo e sindacati sulle politiche per il lavoro. Nei prossimi giorni il dialogo proseguirà con dei tavoli tecnici, mentre tra due settimane (ma la data va ancora definita) si arriverà al summit politico-istituzionale.

Una decontribuzione strutturale del 50 per cento degli oneri previdenziali per le aziende che assumono giovani a tempo indeterminato: questa la novità portata dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti al vertice. La misura durerà tre anni, prevista anche una norma per evitare “comportamenti scorretti”, ossia il licenziamento al termine del periodo di decontribuzione. L’intervento sarà strutturale, cioè “sarà – ha illustrato il ministro - un diritto individuale che il giovane mantiene per tutti gli anni in cui resta all'interno della fascia di età”. La platea dei giovani non è ancora definita, il tetto d’età va dai 29 ai 35 anni (come richiesto dai sindacati), da individuare è anche il livello massimo di decontribuzione.

Riguardo a questa misura, Scacchetti ha sottolineato che la decontribuzione per le assunzione dei giovani ha senso se accompagnata da investimenti e valorizzazione dell'istruzione, della formazione e dell'apprendistato. “Bisogna implementare a 360 gradi - ha detto - tutte le politiche che sostengono gli investimenti e la formazione”.

Nell’incontro si è anche parlato della “possibilità – ha aggiunto Poletti - di far partire l'assegno di ricollocazione in maniera strutturale”. Il ministro ha spiegato che il governo pensa anche di utilizzare l'assegno di ricollocazione nell'ambito delle crisi aziendali "anticipandone l'uso: ora può chiederlo chi è in regime di Naspi, noi pensiamo alla possibilità di attivarlo anche in relazione alla cassa integrazione, a seguito di un accordo tra le parti”.