Lactalis avrebbe in progetto di ridimensionare la presenza Parmalat in Italia. Lo sostiene Il Corriere della Sera, che racconta come “Durante il primo tavolo tecnico che si è tenuto venerdì scorso, presso il ministero dello Sviluppo economico, tra l'azienda ‘francese’ e i sindacati Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil – una convocazione che, per inciso, i vertici della Parmalat avevano definito ‘priva di fondamento’ di recente – si è parlato di investimenti per 60 milioni per potenziare la presenza sul settore del latte a lunga conservazione Uht. II piano prevede anche la chiusura dei siti di Genova, Como e Pavia. Ma per la prima volta nell'incontro è stata ventilata anche l'ipotesi di una riorganizzazione del personale amministrativo di Collecchio, sotto forma di una ‘maggiore efficienza nello stabilimento locale’”.
Il giornale mette le mani avanti. “Chi si occupa di trattative sindacali conosce bene l'opacità di questi passaggi. L'inciso è stato breve e non è apparso centrale nell'incontro preliminare. E allo stato attuale non ci sono elementi per valutare in che forma possa avvenire il ridimensionamento. Ma se si dovesse arrivare a un piano di tagli, seppure minimi, sarebbe la prima volta per Collecchio dalla fine del 2003, quando il gruppo uscì dalla gestione basata su debiti e documenti falsi ed entrò sotto il cappello protettivo della Marzano Bis”. E ancora: “Le chiusure e l'ipotesi di ridimensionamento danno per la prima volta forza agli argomenti di chi vede del fumo negli enunciati francesi e sul desiderio di rilandare il gruppo in Italia. Collecchio è già diventato una sede decentrata di Laval in Italia. E la volontà di fare di Parma il polo centrale in Europa del latte Uht – comunicata in fase di scalata per tranquillizzare proprio le centinaia di dipendenti amministrativi concentrate a Collecchio – si scontra con i fatti. Il prossimo incontro tra le parti è atteso per il 4 luglio presso la Confindustria di Parma”.