"Esprimiamo profonda preoccupazione per il futuro occupazionale alla Centrale del latte di Roma e nell'intero gruppo Parmalat, in quanto la sentenza del tribunale di Roma non significa che la Centrale del latte diventerà comunale". È ciò che dichiarano Mauro Macchiesi, segretario nazionale Flai Cgil, Stefano Faiotto, segretario nazionale Fai Cisl e Tiziana Bocchi, segretario nazionale Uila Uil, commentando la sentenza del tribunale di Roma che restituisce le azioni, per il 75% oggi di proprietà della Parmalat, al Comune di Roma.

"In realtà, siamo di fronte, dal punto di vista della gestione aziendale, all'ennesimo pasticcio all'italiana, che rischia di mettere in crisi l'asset industriale dell'impianto. Infatti, come ampiamente dimostrato, gli attuali equilibri produttivi della Centrale di Roma possono essere essere mantenuti solo nel perimetro del gruppo Parmalat, così come lo stesso piano finanziario della parmalat non regge senza i risultati della Centrale del latte. Se non si vogliono mettere in discussione centinaia di posti di lavoro a Roma e negli altri stabilimenti, l'unica strada è quella di ricercare una soluzione extragiudiziale che salvi l'attuale perimetro industriale di parmalt e riconosca al Comune di Roma il giusto risarcimento economico", aggiungono i tre dirigenti sindacali.

"Inoltre, c'è il rischio che sull'area romana e laziale venga messa in crisi l'intera filiera produttiva della Regione, già fortemente ridimensionata negli ultimi anni. Alla luce di tutto questo, chiediamo al governo, alle istituzioni locali e alla Regione Lazio d'intervenire per impedire l'ennesimo scempio produttivo nel settore agroalimentare del nostro Paese", concludono i tre esponenti di Flai, Fai e Uila.