Il decreto del governo di riforma della pubblica amministrazione è privo di visione strategica e non avvia alcun processo di riorganizzazione ed efficienza. A dirlo è il segretario generale della Flc Cgil Mimmo Pantaleo, precisando che “l’unico obiettivo dichiarato è attaccare i lavoratori pubblici, in classico stile brunettiano, attraverso tagli, mobilità e demansionamenti. Si vuole tornare alla rilegificazione del rapporto di lavoro, smantellando la funzione della contrattazione e ripristinando il potere assoluto della politica sui comparti pubblici”.

Per quanto riguarda scuola, università, ricerca e Afam, Pantaleo aggiunge che nel decreto “manca un progetto d’assieme e non vi è alcun impegno concreto per gli investimenti, il rinnovo dei contratti, la stabilizzazione dei precari e la riforma del reclutamento”. Sul riordino degli enti di ricerca “si naviga nel buio più assoluto, senza un’idea su come riposizionare il sistema della ricerca pubblica nell’ambito delle grandi scelte di politica economica, sociale e ambientale”. A questo si aggiunge, conclude il segretario Flc Cgil, “l’attacco senza precedenti alla funzione del sindacato con il taglio dei distacchi e dei permessi, e il tentativo perfino di ridimensionare le Rsu che sono il cuore della democrazia sui posti di lavoro. L’obiettivo è imporre in maniera autoritaria provvedimenti che necessitano di partecipazione al solo fine di dare legittimità alla ulteriore riduzione delle risorse”.